Carlo Peparello – Vita
Chi non sa più amare e guarda l’amore altrui ha le stesse malinconie di chi non sa più giocare e guarda una giostra che gira e suona.
Chi non sa più amare e guarda l’amore altrui ha le stesse malinconie di chi non sa più giocare e guarda una giostra che gira e suona.
L’invidia ha soffocato l’uomo, rubandone il cuore.
Questa vita ci appare come una lunga corsa agli ostacoli, c’illudiamo di scavalcarli tutti, dimenticando il più importante: noi stessi!
La vita è così, perde tutto quello che ci regala e poi si prende ciò che vuole portarsi via; a noi rimane il dono dell’esperienza, e il cammino della vita continua.
Silenziosamente aspetto, creando una mia storia mentale, più viva e più reale della realtà stessa, che mi soddisfa pienamente, perché sono io il narratore che scrive gli imprevisti e ne conosce già la soluzione.
Schiene ricurve ricamano di vita i campi nelle messi, volti segnati da profonde rughe assorbono i riflessi, ornano il capo i cappelli dalla larga falda giallo paglia, lucide falci incrociano i raggi del soleche nel brillar si staglia.Grano dorato ondeggia nell’attesa delle affilate lame, involucri sottili rivestono i piccoli chicchi impazienti di trasformarsi in pane.Mietere il grano a mano, chissà se esiste ancora chi lo fà, entra nei campi il rombo del progresso spazzando via quei tempi là, ne sentono mancanza le grandi aie dove dopo fatica si faceva festa, tovaglie stese a sventolare è quello che ne resta.Orfani attrezzi agricoli arredano i musei nel ricordar le gesta.
Di tutto quello che non è mai stato, e mai sarà, mio non ne sento né il desiderio né la mancanza.