Elisabetta Eli – Vita
L’importante è cantare, ma non belare.
L’importante è cantare, ma non belare.
Ci sono persone che entrano con estrema facilità nella nostra vita e con altrettanta velocità ne escono fuori, giusto una toccata e fuga. Beh, quelle direi che non sono né amicizie e né conoscenze, piuttosto le chiamerei stelle cadenti, nel momento in cui le hai viste son già sparite.
Lo spaventapasseri è un oggetto povero e malandato. Col tempo la paglia marcisce e gli abiti si riducono a brandelli eppure, questo spauracchio senza valore, è una “espressione” di intelligenza del contadino, tant’è che riesce molto bene nel raggiungimento dello scopo; spaventare cioè gli uccelli testardi, i passeri appunto, duri a capire. In ognuno di noi vive latente uno spaventapasseri che emerge quando occorre spaventare chi, alla lunga, non ha capito l’importanza di sani principi quali rispetto e coerenza, ma soprattutto non ha compreso l’essenza del nostro essere e che per questo ci piace metterli in fuga.
Una sola vita? Non dico tante, ma due ci basterebbero: la prima da imparare e la seconda da vivere!
Continuano in troppi ad essere sicuri che “fare il proprio dovere” non possa portare qualcuno ingiustamente colpito ad esercitare il sacro diritto a difendersi.
In questi giorni continuo a pensare di voler tornare piccola, piccola a quando adoravo il Natale, a quando avevo il grande albero decorato in sala col grande presepe, a quando scrivevo la letterina a Babbo Natale nella speranza che mi arrivassero le cose che chiedevo e alla gioia che provavo nei giorni prima di Natale, quando non vedevo l’ora che arrivasse quel giorno per avere tutti i regali, aprirli e giocare subito. Ah, che bello quando arrivava la vigilia…
Fare a pugni con la vita è il mio mestiere. Non dargliela vinta il mio motto. Vincere la mia aspirazione. Non lotto per cose inutili, ma per ciò in cui credo. Non rincorro vane aspettative ma ciò che conta veramente per me.