Fëdor Michajlovic Dostoevskij – Ateismo
Senza Dio e senza vita futura? Tutto è permesso dunque, tutto è lecito?
Senza Dio e senza vita futura? Tutto è permesso dunque, tutto è lecito?
L’arte e la rivolta non moriranno che con l’ultimo uomo.
Non bisogna scusarsi di essere atei. Bisogna, al contrario, andarne fieri, a testa alta, perché “ateismo” significa quasi sempre sana indipendenza di giudizio e, anzi, mente sana tout court.
Il silenzio di Dio permette la chiacchiera dei suoi ministri che usano e abusano dell’epiteto: chiunque non crede al loro Dio, dunque a loro, diventa immediatamente un ateo.
Pensiero libero: Dio della realtà sa poco, solo io so, che la vivo, inutile che lo parlo, non mi ascolta, devo arrangiarmi da sola.
[…] Giacchè per la donna proprio nell’amore è racchiusa la resurrezione e la salvezza da ogni perdizione, e anzi non c’è resurrezione possibile senza di esso.
I credenti non vogliono rispetto, ma sottomissione.Pretendere che un ateo non possa criticare le credenze religiose, anche tramite la satira più estrema, significa pretendere la sottomissione della libertà di pensiero alla fede.Una fede che, tra l’altro, rappresenta un insulto alla ragione, alla logica e al buon senso, tutte cose che per un razionalista hanno valore, quindi dovrebbero essere gli atei a chiedere rispetto per la loro razionalità, continuamente stuprata dalle credenze religiose, tanto irrazionali quanto ridicole.