Francesco Magliarditi – Vita
Siamo “incapsulati” nel tempo e nello spazio, ai quali dobbiamo la vita e l’ignoranza.
Siamo “incapsulati” nel tempo e nello spazio, ai quali dobbiamo la vita e l’ignoranza.
Quando si avvertono i sintomi della stanchezza, quando errare non è più in piacere ma una fatica, meglio cercare un luogo di appoggio o un rifugio sicuro, anche se non del tutto soddisfacenti.
Il destino è come una moneta: si ha l’impressione che essa possa cadere solo su una delle due facce ma potrebbe anche cadere in piedi e rotolare su percorsi a cui non avevamo pensato.
Se vuoi ti presto le mie scarpe, ne hanno fatta di strada sai. I piedi fanno male e mentre osservi il mio camminare vago e giudichi, io proseguo nel mio sentiero tortuoso che è la vita. Se mi guardo indietro vedo distese di campi e risuoni di echi. Voci e ricordi che porto con me nel mio bagaglio come prova del mio percorso. Ho lasciato indietro il passato. Lui mi segue e mi perseguita convinto di rallentare il mio passo. Non lo posso ascoltare se voglio arrivare alla meta. E nel mio passato rivedo occhi che hanno letto dentro, bocche che hanno sputato addosso, mani che hanno accarezzato, ma che han saputo anche ferire. Le rughe del mio volto ne sono la prova. Le suole delle mie scarpe son consumate ormai. Ma per vedere il cielo e sentire il vento non mi servono più e se vuoi te le presto, così capirai che per giudicare la mia vita dovrai prima viverla come me. Nel mio presente ora non mi servono più le mie vecchie scarpe. Mi bastano le ali per spiccare il volo e sentire la vita tutta addosso, prima che scappi via e che sia finita.
Tornare nei posti dove sei stato felice non è mai facile, rimanerci è tremendamente difficile.
La vita: la si comprende guardando all’indietro, la si vive guardando in avanti.
La vita è il teatro quotidiano e noi ne siamo gli attori principali.