Friedrich Wilhelm Nietzsche – Abitudine
Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno.
Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno.
Si passa spesso da un problema all’altro, dimenticando le conseguenze.
E a volte mi diletta immaginarmi in un fumetto dove bisogna indossare una maschera per ottenere un po’ di rispetto, mentre qui nel mondo degli esseri animati, se si è fortunati, bisogna valicare montagne per sperar di essere rispettati.
Solo perché scrivi citazioni e ti diletti a scrivere frasi non vuol dire che tu…
Nulla è come sembra, tutto è come vogliamo che pare, ma niente è come dovrebbe…
L’abitudine… è decisamente un vizio da perdere.
Lasciami! Lasciami! Io son troppo puro per te, non mi toccare! Non era proprio ora divenuto perfetto il mio mondo? La mia pelle è troppo pura per le tue mani! Lasciami! Stupido, balordo ottuso d’un giorno. Non è la mezzanotte più chiara? I signori della terra devono essere i più puri, i più sconosciuti, i più forti, le anime di mezzanotte sono più chiare e profonde di qualunque giorno. O giorno, tu brancichi verso di me! Cerchi a tastoni la mia felicità. Son per te ricco, solitario, un tesoro solitario, una camera dei forzieri? O mondo, tu vuoi me? Son io per te montano? Son per te spirituale? Son per te divino? Ma giorno e mondo, voi siete troppo goffi, abbiate mani più accorte, tendetele verso una più profonda felicità, verso una più profonda infelicità, tendetele verso qualche Dio. Non tendetele verso di me. La mia infelicità, la mia felicità, è profonda, o giorno bizzarro. Ma io non sono un Dio, non l’inferno di un Dio, profondo è il suo dolore.