Guido Vicentini – Vita
La vita, come un onda, è piena di alti e bassi.. non è fatta per chi soffre il mal di mare.
La vita, come un onda, è piena di alti e bassi.. non è fatta per chi soffre il mal di mare.
Non esiste uomo più ammirevole di colui che sa riconoscere i propri limiti.
La storia è maestra di vita, ma non rivela l’indirizzo della sua scuola.Talora si pensa che l’onestà equivalga a stupidità: voglio tanto essere stupido.La falsa modestia è arroganza travestita.Se un ostinato vedesse scritto in cielo che ha torto, direbbe di avere problemi di vista.Il superbo potrebbe persino preferire annegare che essere tirato a riva da un altro.L’egoista è miope, l’altruista presbite.Spesso chi parla bene è come un prestigiatore: nasconde un trucco.L’uomo è un inquilino sulla Terra: prima o poi arriva lo sfratto, ma forse, dopo, diverremo padroni di casa da qualche altra parte.Se si osservasse solo ciò che fa un neonato appena venuto alla luce, sarebbe difficile immaginare che nella vita vi possa essere gioia.Quando disse: “Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno” forse Gesù pensava anche a certi professionisti.
Carissima vita, non posso guardarmi dietro, non posso vivere di ciò che ho avuto. Per tanto ti sarei grata se tu mi dessi nuovi stimoli, speranze e motivi per guardare avanti! Ci tagli le gambe spesso, ci spezzi le ali e quasi ci togli la dignità. Basta! Permettici di continuare a camminare, a sognare e a realizzare… Non possiamo restare fermi qua, bloccati tra un passato che non possiamo guardare più e un futuro che non vediamo e si prospetta nero e insopportabile.
Se io muoio non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò vivendo in te.
Alla fine nessuno assomiglia realmente a se stesso, siamo un mosaico disordinato e confuso, ogni tassello è quello che gli altri ci hanno lasciato, le esperienze che abbiamo divorato, le lacrime che ci hanno preso. Di originale resta davvero ben poco.
Ed era quel momento quello che preferivo io. Amavo il leggero suono dell’aria quando piano piano, a voce sempre più bassa se ne andava la musica e noi potevamo tornare a respirare i nostri passi scanditi da un qualcosa di strano. Mi veniva la pelle d’oca quando potevo respirare aria pulita e da buon schiavo della natura, facevo si che essa sorpassasse il rumore delle mie sofferenze con i propri mormorii.