Johann Wolfgang Goethe – Libri
Gli scrittori più originali dei nostri giorni non sono quelli che portano qualcosa di nuovo, ma quelle che sanno dire cose risapute come se non fossero mai state dette.
Gli scrittori più originali dei nostri giorni non sono quelli che portano qualcosa di nuovo, ma quelle che sanno dire cose risapute come se non fossero mai state dette.
Vorrei tanto salvare la Contea, se potessi farlo, benché sia stato spesso indotto a pensare che gli abitanti sono di una stupidità e di una noia incommensurabili, e che, data la situazione, un terremoto o una invasione di draghi sarebbero la cosa migliore. Ma ora non la penso più così. Sento che finché saprò che la mia Contea è sempre qui, comoda e sicura, girovagare ed errare sarà per me più facile, conscio che in una parte del mondo c’è un appoggio stabile e saldo che mi attende, anche se non vi dovessi più metter piede.
Quelli che stai guardando sono ricordi. In questo caso riguardano un solo individuo. Questo è forse il ricordo più importante del mio raccolto, vorrei che lo vedessi.
Gran parte delle battaglie sono vinte prima che venga sguainata la spada. Sconfiggi la mente del tuo nemico e sconfiggerai la spada.
Lui – Dove sono gli occhi tuoi neri,e il profilo tuo da Dea,mi consumo nell’idea,di poterli riveder.Lei – Sono azzurri ora i miei occhi,poiché ho le lenti a contatto,ed il naso l’ho rifatto,deh riconoscimi o mio amor.Lui – Piû non vedo la tua boccapiccolo biocciolo di rosache baciavo voluttuosa.E il tuo virginale senoche tenevo in una manoor mi sembra assai più grandequattro volte crebbe almeno.Lei – Oh mi turba quel ricordoma son io sempre la stessala mia bocca è un po’ più grossaed il seno mio trabocca.Mi cambiò il siliconema non cambiò mai la mia passione.[cantano] Oh, il nostro amor non invecchierà [maie insieme a lui non invecchieremo noianche se non so più chi sonoe non so più chi tu sei.Lei – Il to cuore batte in petto,del tuo ardore sento il suonoma non riconosco il toccodella tua virile mano.Lui – Il mio cuore vecchio e stancosubì un abile trapiantoe la mano non è miaè sintetica, è una protesi.Fu recisa in un duellonel giardin di Fontainebleauun chirurgo la riattaccò.Lei – Oh destino sciaguratocosì tanto ci ha cambiato.Aspettando in speme e piantoanch’io subii un trapiantoe cambiai tre volte sesso,ma il mio amore per te è lo stesso.Lui – Oh destino sciaguratocosì tanto ci ha mutato.Più nasconderlo non possoti dirò la verità.Il tuo amore no, non sonoIl tuo amor morì soldatoma una goccia del suo sanguefu clonata ed io son natocopia esatta e replicantedel tuo antico dolce amante.E l’amor restò ugualenon respingermi anche seio non son l’originale.Lei – Questa verità segretail mio cuore indora e allietaNeanch’io son la tua amatama una copia assai riuscita.Lei la tisi consumòio polmoni non ne ho.O mio ben fai ciò che vuoicon i materiali miei.Il mio cuore tuo saràai voleri tuoi mi arrendoio ti giuro fedeltàecco il mio telecomando.[insieme] il nostro amor non invecchierà maie insieme a lui non invecchieremo noi.[lei inizia a perdere la voce, come se le si scaricasse la pila, come un disco a trentatré giri]Lui – Mimì… Violetta [al pubblico] la pila non le lascia… che poche ore…Lei – Amore… muoio… mi scarico… maledetti!Povera vita mia,ero ancora in garanzia.Dal Libro Le Beatrici.
Coyote: “non c’è da meravigliarsi che Babystrega si seppellisca nel fango” disse guardando la città sommersa dallo smog. “C’è sporco ovunque, un vero schifo. Noi non dovremmo poterla vedere, l’aria. L’aria dovrebbe essere come le nostre lacrime e il nostro sudore, trasparente e naturale. Ci dovrebbero essere animali tutto intorno a noi, non nascosti nel buoi avvelenato, a scrutarci con i loro occhi gialli. Guarda questa città. Guarda che cosa abbiamo fatto”.
Figlia mia, vai, e non preoccuparti di ciò che lasci alle spalle, perchè le cose che contano non le perderai mai.