Paul Jean Toulet – Figli e bambini
I fanciulli sono continuamente ebbri: ebbri di vivere.
I fanciulli sono continuamente ebbri: ebbri di vivere.
I nipotini sono i gioielli che i nostri figli, con l’aiuto di Dio, ci fanno dono.
I bambini, con la loro innocenza, sono i ritratti di ciò che abbiamo smarrito contaminandoci tra le strade della vita.
Dolce bambina tu non sei diversamente abile, poiché hai tanto amore da donare. Tu insegni al mondo intero il significato della parola “vivere”.
E cammino sola; i miei passi risuonano nella via buia e solitaria.Ho freddo, ho paura; davanti a me la nebbia.Ti cerco, ti chiamo ma non rispondi e la nebbia mi avvolge; mi volto e ti cerco ma il vuoto mi inghiotte. Dov’è quella luce che rischiarava la mia via, dov’è quel calore che mi teneva al caldo e quella calda voce che mi rincuorava? Esco dalla nebbia Tu non ci sei più! Continuo a camminare nella via solitaria, mentre due lacrime scendono giù il mio cuore grida ancora più forte il tuo nome mamma.
Una buona mamma ama i suoi figli senza riserve e senza pregiudizi, senza togliere niente ad uno o all’altro. Si amano senza se e senza ma, si amano sempre e per sempre.
“Che palle, sta storia.” Sta storia è la sua storia, la nostra storia, ma lui non vuole sentirla. Da piccolo era più curioso, più coraggioso, faceva qualche domanda in più. Guardava quel padre ragazzo, quella fotografia di Diego sul frigorifero, tenuta da una calamita, ingiallita dai vapori della cucina. Mi stringeva, mi restava addosso. Crescendo non ha più chiesto nulla. Il suo universo s’è ristretto ai suoi bisogni, ai suoi piccoli egoismi. Non ha voglia di complicarsi la vita, i pensieri. Per lui suo padre è Giuliano, è lui che lo ha accompagnato a scuola, che lo ha portato dal pediatra. È lui che gli ha dato quello schiaffo al mare, la volta che si è tuffato con poca acqua sotto.