William Shakespeare – Desiderio
Non c’è nulla di più comune del desiderio di essere importanti.
Non c’è nulla di più comune del desiderio di essere importanti.
Il mio desiderio è fuggire. Fuggire da ciò che conosco, fuggire da ciò che è mio, fuggire da ciò che amo. Desidero partire.
Alle volte si ha la sensazione che la richiesta di un desiderio fatta troppo fortemente automaticamente annulli la realizzazione del desiderio stesso.
I nostri corpi inaspettatamente compenetranti erano un incontro unico di carne e dolorose attese, inno ingiustificato a quella vita che finalmente ci aveva sorpreso. Sospesi in un abbraccio eterno, quella piccola stanza nel cuore di Roma era il nostro ritaglio di paradiso, il nostro improvviso riscatto da un’esistenza tiepida e senza tumulti. In quella stanza benedetta, vergine per noi, priva di qualunque orpello inutile, oltre all’ansare del nostro respiro, non c’erano altro che cielo e luce e quell’atto sessuale veniva a completare un amore che, ora, veramente, non veva bisogno d’altro.
Un giorno ho scritto su un foglio un desiderio, ma il tempo ignaro e senza rispetto, l’ha cancellato e non l’ha letto.
Il vero prodigio della trasparenza di uno sguardo è la capacità di parlare abbattendo il muro del suono, iniettando turbamenti emotivi nelle vene.
È difficilissimo farsi capire da chi non ha intenzione di comprenderti.