Luigi Pirandello – Destino
Or che cos’ero io se non un uomo inventato?
Or che cos’ero io se non un uomo inventato?
Anche nei vestiti di luce, o di anima, nel male che prevarica il bene, c’è sempre una lieve sensazione di perdizione. È l’idea e la sua vaghezza che terrorizzano, sempre di più ci si solleva contro chi si vuole diventare per mutare la natura e salvarsi convincendosi tuttavia che si è il bene attaccato per scusare il proprio male, anzi dando la colpa al bene se si è malvagi. L’unico potere che difende da Dio sono le leggi matematiche, semplicemente perché è davvero convinto di esserne superiore ed essere diventato immortale. Ha condannato se stesso e la creazione al nulla o all’inferno, o a tutti e due insieme. Non dia la colpa a me se la verità lo fa andare in bestia. Gli assicuro che potrebbe essere peggio, deve solo darmi un motivo.
Arriva un momento in cui non puoi scegliere più, perché qualcuno l’ha già fatto per te.
Quale altra donna potrebbe incontrar la mia anima se le labbra tue sanno delle mie?
Scegliete voi come chiamarle certe cose, su un fatto conveniamo tutti: indipendentemente dalla direzione fosse anche opposta incontrovertibile, ci sono incontri destinati a coagularsi nonostante le distanze le preferenze e i dolori!
Oh, signore, lei sa bene che la vita è piena d’infinite assurdità, le quali sfacciatamente non han neppure bisogno di parer verosimili; perchè sono vere.
La fortuna sorrideva come uno stagno a primavera.