Raniero Cappelli – Destino
Solo colui che s’immedesima nel suo presunto destino, può farlo diventare tale.
Solo colui che s’immedesima nel suo presunto destino, può farlo diventare tale.
Negli appuntamenti con il destino, ho fatto spesso tardi e qualcun altro è arrivato al posto mio. Purtroppo chi c’è andato è rimasto deluso, perché quel destino era mio.
C’è un treno che sta passando e non posso rimanere fermo ad aspettare il prossimo, questa volta no. Qui sto soffocando e la paura di soccombere è tanta, nutro grandi speranze in questo viaggio, non so dove mi porterà, ma voglio rischiare, lo devo a me stesso e, nel mio piccolo a questo mondo che come me ha solo tanta voglia di vivere.
Non hanno leso niente, i servitori del Serpente, se non la mia unica capacità di svolgere i programmi della Struttura. Al di sotto di questo, non c’era altro che l’essere umano: infatti continuando a scavare si portano alla luce sempre le cose peggiori. Ed essendo un essere umano, se l’uomo si scaglia contro l’uomo, sono cavoli amari, così come gli dèi, che si annientano da soli, insieme alla natura di cui essi sono i custodi.
Non riesco ancora a farmene una ragione! Come mai “Noè” non mi ha invitato a salire sull’arca?… Vatti a fidare degli amici…
Non credere sia finita. Non lo è mai. Sorridi e apparecchia il cuore per la prossima domenica.
Il destino contempla l’anima di qualcuno perché vuole donargli l’eternità e per farlo distrugge un attimo incancellabile.