Nicola Stiso – Economia e Finanza
Non tutte le cose vendute risultano buone, né tutte quelle che non si riescono a vendere sono necessariamente prive di valore o utilità.
Non tutte le cose vendute risultano buone, né tutte quelle che non si riescono a vendere sono necessariamente prive di valore o utilità.
Si può vivere senza musica, con poco denaro, senza filosofia, senza amore. Ma mica tanto bene!
Nel periodo storico attuale, particolarmente delicato e instabile, si deciderà la struttura, la classifica dei Paesi europei. Purtroppo non solo il cittadino comune, ma anche i vertici politici, economici e finanziari italiani, sembra che facciano di tutto per accaparrarsi l’ultimo posto in classifica dei Paesi europei.
È difficile regalare un sorriso a chi ti circonda se chi ti sta accanto smette di starti vicino.
Un maniaco di grandezza ci ha coinvolto, senza che il popolo lo volesse e senza le risorse e i mezzi necessari, in una guerra che ci ha lasciato con le ossa rotte. Da allora, fino ai giorni nostri, sono trascorsi oltre due terzi di secolo. Le nazioni partecipanti al conflitto che ne uscirono sconfitte e malconce, nel frattempo, sono riuscite a rifarsi delle batoste subite; prima fra tutte la Germania. Purtroppo l’Italia ha sempre arrancato senza riuscire a rimettersi in piedi. Il peso della nazione è sempre gravato sulla grande massa dei lavoratori; mentre una sottile fetta della popolazione, la cosiddetta casta, fagocitava costantemente l’ottanta per cento dei guadagni prodotti dall’economia del Paese. Si spera in una inversione di tendenza.
Quando c’era la lira in Italia, bene o male, eravamo noi italiani a comandare a casa nostra. Con l’avvento dell’euro, sono iniziati i problemi veri, la lira è stata declassata e non siamo più padroni di noi stessi. Si stava molto meglio, quando si stava peggio!
La mera parsimonia non è economia. La spesa, o una grande spesa, potrebbe essere una parte essenziale della vera economia.