Laila Andreoni – Felicità
E poi, capita di essere con il corpo in un luogo, e con la testa in un altro, sì, capita, ed è una bellissima sensazione.
E poi, capita di essere con il corpo in un luogo, e con la testa in un altro, sì, capita, ed è una bellissima sensazione.
La felicità si vive al passato, non ti rendi conto di essere felice nel momento in cui lo sei, ma solo quando non lo sei più.
Che cosa strana sembra essere questa che dagli uomini viene chiamata piacere; e come sorprendentemente essa, per sua natura, si trova con quello che sembra il suo contrario: il dolore. Ed essi tutti e due insieme non vogliono coesistere nell’uomo, ma se poi qualcuno insegue l’uno di questi e l’afferra, egli, in un certo modo, è obbligato a prendere anche l’altro, come fossero attaccati ad un sol apice, pur essendo due.
Una persona sciocca cerca la felicità lontano, quella saggia la fa emergere al suo fianco.
“Ti voglio bene”. Cosa c’è di più semplice e più bello da aggiungere? Credo che lo possano capire tutti, grandi e piccini, perfino gli stranieri. E se detto con un sorriso e guardandosi ne gli occhi? Beh, perlomeno per quel che mi riguarda, sarebbe bello sentirsi rispondere: “anche io”!
Ci incontrammo, ci guardammo e capimmo che ci appartenevamo ancora, Il tempo era passato, ma niente dentro di noi era mutato.
La felicità è uno stato di inconsapevole incoscienza, di sconsiderata ebbrezza, di irraggiungibile involontaria follia.