Eugenio Montale – Felicità
L’uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione “sine qua non” di piccole e intermittenti felicità.
L’uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione “sine qua non” di piccole e intermittenti felicità.
La felicità è poter essere utili agli altri, magari risolvendo piccoli problemi quotidiani, la tristezza è che non lo capiscono.
La felicità è come un gatto che corre dietro alla sua coda. Più la rincorre e più gli sfugge. Ma quando s’impegna in altre cose, la coda gli viene dietro ovunque lui vada.
Se ogni volta, aprendo gli occhi, la prima immagine fosse un sorriso regalato, sarebbe un mondo meraviglioso.
Ieri sera mi hanno chiesto se fossi felice. Sarebbe bastato un bicchiere di rum in più per rispondere sì.
La felicità non è un cielo sempre sereno, ma anche un arcobaleno dopo la tempesta.
Esiste un segreto per vivere felici, ma questo rimane, appunto, un segreto.