Silvana Stremiz – Figli e bambini
Sono i no a fare diventare adulti i nostri figli. I troppi sì li viziano.
Sono i no a fare diventare adulti i nostri figli. I troppi sì li viziano.
Che lo vogliamo o no, dal momento in cui ci stacchiamo dalla nostra mamma, in tutte le donne che incontreremo cercheremo sempre tutto ciò che lei ci ha dato o non ci ha dato.
Le cicatrici servono. Servono a ricordare che ci si può far male, che esistono i bastardi. Ma a volte siamo noi, l’unico “bastardo” che abbiamo davvero incontrato. L’unico in grado di farci del male davvero. Ci ricordano che vivere non è semplice, decidere non è semplice. Basta giocare una carta sbagliata e può finire una partita. Le cicatrici servono a renderci più forti e invulnerabili, a costruire muri invalicabili fra noi e il dolore, fra noi e il nostro cuore, fra noi e il mondo, fra noi e le bugie, fra noi e la verità, fra noi e la nostra anima. Le cicatrici sono bastarde, sanguinano all’improvviso e ci riportano indietro nel tempo “di quel dolore”, ma servono a farci crescere, a renderci impenetrabili ad altro dolore. A renderci abbastanza forti da non soffrire ancora.
Ci sono vuoti che non si riempiranno mai.
Crescere è un gioco. Vince chi rimane bambino.
Per uscire da una fase buia e apatica della vita. A volte basta avere un amico sincero vicino.
Spesso sappiamo che stiamo “uccidendo”, eppure continuiamo ad armarci di silenzio.