Rita Cocco – Filosofia
Sei andato via! Un buio pieno di dolore, ma poi la luce! La mia anima a lungo torturata nelle tue galere mentali ora vola finalmente libera!
Sei andato via! Un buio pieno di dolore, ma poi la luce! La mia anima a lungo torturata nelle tue galere mentali ora vola finalmente libera!
Ciò che noi chiamiamo natura è un poema chiuso in caratteri misteriosi e mirabili. Ma se l’enigma si potesse svelare noi vi conosceremmo l’odissea dello spirito, il quale, per mirabile illusione cercando se stesso, fugge se stesso; poiché si mostra attraverso il mondo sensibile solo come il senso attraverso le parole, solo come, attraverso una nebbia sottile, quella terra della fantasia, alla quale miriamo. Ogni splendido quadro nasce quasi per il fatto che si toglie quella muraglia invisibile che divide il mondo reale dall’Ideale, e non è se non l’apertura, attraverso la quale appaiono nel loro pieno rilievo le forme e le regioni di quel mondo della fantasia, il quale traluce solo imperfettamente attraverso quello reale. La natura per l’artista è non piú di quello che è per il filosofo, cioè solo il mondo ideale che apparisce tra continue limitazioni, o solo il riflesso imperfetto di un mondo, che esiste, non fuori di lui, ma in lui.
La morale non è stata portata giù dal Sinai sotto forma di tavole e imposta agli uomini, bensì la morale è una funzione dell’anima umana, che è vecchia quanto l’umanità. La morale non viene imposta dall’esterno, ma esiste a priori dentro di noi: non la legge, ma l’essenza morale.
Il segreto della morte lo si può svelare solo cercandolo nel cuore della vita.
Prima di guardare in alto bisogna guardarci dentro, il cielo si legge con gli occhi del anima.
Insensibile, né benevolo, né spietato, sottomesso a leggi rigorose o affidato al caso, il mondo non sa di sé. Non lo si può capire perché si presenta impersonalmente, se lo si riesce a chiarire in qualche particolare, resta comunque incomprensibile nella sua totalità. Ciò non toglie che io conosca il mondo anche in un altro modo. Un modo che me lo rende affine e che mi consente di sentirmi, in esso, a casa mia, al sicuro. Le sue leggi sono quelle della ragione, per cui, sistemandomi in esso, mi sento tranquillo, costruisco i miei strumenti e li conosco. Mi è familiare nelle piccole cose e in quelle che mi sono presenti, mentre mi affascina nella sua grandezza; la sua vicinanza mi disarma, la sua lontananza mi attira. Non segue i sentieri che attendo, ma anche quando mi sorprende con insospettate realizzazioni o inconcepibili fallimenti, alla fine conservo, anche nel naufragio, un’indefettibile fiducia in esso.
Cerchiamo sempre di trovare risposte a domande che non esistono.