Rossana Emaldi – Guerra & Pace
Sono convinta che il soldato che scappa è buono per un’altra guerra, anche perché non lo si seppellisce.
Sono convinta che il soldato che scappa è buono per un’altra guerra, anche perché non lo si seppellisce.
I nostri scrittori stanno lottando tra di loro per l’immortalità. È una guerra totale. Non ci sono sopravvissuti.
Adoro l’arte della guerra, ma quella dove non escono vittime, solo persone migliori.
Il gioco dei potenti del mondo gira come una trottola e quando si ferma la fanno ripartire: crisi – guerra – ripresa. Tutto questo per il loro piacere. La crisi gira e serve per impoverire le persone che chiedono prestiti alle banche che intanto ci guadagnano e fanno arricchire anche i salvadanai dei potenti, che rubano dalle borse per giocare in borsa; ma questi potenti non sono mai contenti e così devono distrarre i popoli dichiarando un giro di guerra, in cui però non combattono loro personalmente ma mandano uomini, e purtroppo ora anche donne, che credono di combattere e morire per delle giuste cause e per quelle che vengono chiamate missioni di pace; si certo… con le armi? Intanto i potenti del mondo guardano ciò che accade comodamente seduti sui loro lati migliori, finché una mattina non si alzano col piede giusto e la coscienza che gli fa male; così decidono di mettere in pausa il loro gioco per un giro di ripresa. Ma è dal cielo che arriverà la pace.
Prendersi gioco dei sentimenti di una persona, equivale ad umiliare se stessi prima che l’altro.
La provocazione è come una foglia che si stacca dal ramo, va lasciata cadere.
Le sensazioni sono informazioni silenziose, che a volte devono rimanere tali.