Primo Levi – Giornata della memoria
Il Lager è la fame.
Il Lager è la fame.
Accavalla denari, tirane dalla vacca
Il giorno della memoria,per non dimenticare,per pensare;ciò che è stato è passato,ma può ritornare.
Non voglio parlare di memoria, ho una memoria viva ogni giorno nei miei pensieri, nelle parole, nel cuore. Soffro delle ingiustizie, degli stermini, della violenza, di un “non amore” che troppo prende il sopravvento sul rispetto per le ideologie e soprattutto sul rispetto per la persona. Voglio parlare della speranza che anche un solo gesto di ognuno di noi possa ogni giorno combattere quello per cui tante persone nel corso della storia hanno lottato. Io credo che un cambiamento sia fatto di tante piccole gocce e quelle gocce siamo noi, nella tolleranza, nel rispetto, nell’accettare le diversità, nell’amare, anche se il confronto non porta avvicinamento, ma amore.
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.Mai dimenticherò quel fumo.Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.
Nella storia e nella vita pare talvolta di discernere una legge feroce, che suona “a chi ha, sarà dato; a chi non ha, a quello sarà tolto”. Nel Lager, dove l’uomo è solo e la lotta per la vita si riduce al suo meccanismo primordiale, la legge iniqua è apertamente in vigore, è riconosciuta da tutti.
L’espulsione e il genocidio, sebbene siano entrambi delitti internazionali, devono rimanere distinti; la prima è un crimine contro le altre nazioni, mentre il secondo è un attentato alla diversità umana in quanto tale, cioè a una caratteristica della condizione umana senza la quale la stessa parola umanità di svuoterebbe di ogni significato.