Isabel Milù – Guerra & Pace
Se le voci del sopruso potessero unirsi, chissà quale grido sentiremmo la notte.
Se le voci del sopruso potessero unirsi, chissà quale grido sentiremmo la notte.
In molti siti e notiziari suggeriscono minuti di silenzio in memoria delle povere vittime, purtroppo sappiamo che non basterebbe una vita di silenzio per cambiare le ingiustizie… purtroppo.
Spesso dico a me stessa che se non avessimo accettato, nel corso delle generazioni, di veder soffocare gli animali nei vagoni bestiame, nessuno, neppure i soldati addetti alla scorta, avrebbe sopportato i vagoni piombati degli anni 1940-1945.
Guerra: la più imbecille di tutte le umane imbecillità.
“Gli ho sparato alla tempia, non ha sofferto””Chi era?””Vuoi davvero saperlo? Un ragazzo, sulla trentina. Un vero bastardo, aveva fatto fuori dieci dei nostri in un’imboscata””Questo non giustifica quello che hai fatto””Lo so. Ho dovuto eseguire gli ordini e me ne pento. Bea, questa è la guerra, e sono felice che sia finita”
Quando qualcuno mi dice: ero lì per te, so, adesso so, che lì non c’è mai stato nessuno dei due.
Anche oggi il nostro campo di battaglia è qui, pronto, sporco, disordinato, pronto ad attendere con la morte al fiancho a chi dovrà accarezzare la testa.