Giorgio Faletti – Guerra & Pace
L’argomento era sempre e ancora la guerra, che tutti volevano nascondere come sporcizia immobile sotto il tappeto e che strisciando da serpente riusciva sempre a sporgere la testa oltre i bordi.
L’argomento era sempre e ancora la guerra, che tutti volevano nascondere come sporcizia immobile sotto il tappeto e che strisciando da serpente riusciva sempre a sporgere la testa oltre i bordi.
“Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola” mi dice Jamal, chirurgo dell’ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. “Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l’ultimo miagolio soffocato”. Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua “Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell’opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste…” il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. “Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi l’ha schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati”.
L’unica cosa che ha un senso oggi sia di trattare la guerra come è stata trattata la schiavitù: come una cosa ripugnante che deve essere buttata fuori dalla storia.
Non abbiate vicini se volete vivere in pace con loro.
I più forti vogliono il liberismo, si, vogliono la libertà di ridurre in schiavitù i più deboli.
Mantenere un deposito di bombe atomiche senza promettere di non farne uso significa sfruttare il possesso delle bombe per fini politici. Può darsi che gli Stati Uniti sperino in questo modo di spaventare l’Unione Sovietica costringendola ad accettare il controllo internazionale dell’energia atomica. Ma la paura fa soltanto crescere l’antagonismo e aumenta il pericolo di una guerra. Sono del parere che questa politica abbia tolto ogni valore reale alle offerte per un controllo internazionale dell’energia atomica.
Bisogna smetterla con le guerre di religione, con “la mia religione è meglio della tua”, tanto sono tutte invenzioni per dividere i vivi dai morti. Ci sono altre urgenze.