Edward George Bulwer-Lytton – Guerra & Pace
Le rivoluzioni non si fanno con l’acqua di rose.
Le rivoluzioni non si fanno con l’acqua di rose.
L’imperfezione mi veste, mi investe, non seguo regole per dimostrare agli altri la mia perfezione, seguo ciò che mi indica il cuore. Sincerità e rispetto sono le uniche priorità che seguo. Non mi piacciono schemi indotti o proposti per sembrare migliore. Mi piace essere quella che sono, imperfetta, ma con l’amore nel cuore.
Se dicessi che la guerra è un fatto positivo e naturale, quanti amanti della pace sarebbero pronti a farmi guerra?
Se la guerra insegna qualcosa, insegna a non capire.
La pace… un’utopia se l’intero genere umano non la smette di guardare solo ai propi particolari interessi e non capisce che il valore più grande per l’uomo è l’uomo!
Adesso ci sono i soldi della guerra. Quella che promette aiuti. È diventata buona la guerra, umana, generosa, compassionevole, umanitaria? No, ma deve farlo credere. È fondamentale creare consenso alla guerra, far vedere che belle cose produce. Ci avevano già provato in Kosovo. L’idea della ‘guerra umanitarià si è formata sostanzialmente in quell’occasione: quando si decide di bombardare, di ammazzare, conviene garantire che dopo arriveranno gli aiuti. Certo si tratta di molto danaro, ma in fondo costa quanto un giorno o due di guerra, è un costo aggiuntivo che vale la spesa: è pubblicità, è comunicazione. E il mondo ‘umanitariò, in buona misura, è stato al gioco.
Nella prossima guerra, i sopravvissuti invidieranno i morti.