Vittorio De Sica – Ipse dixit
Rintracciare il drammatico nelle situazioni quotidiane, il meraviglioso nella piccola cronaca.
Rintracciare il drammatico nelle situazioni quotidiane, il meraviglioso nella piccola cronaca.
Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito… Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì… questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio.
Che Craxi sia uomo di grandi capacità e ambizioni, lo si sapeva. Che sia anche uomo di grande coraggio, lo si è visto ieri, quando pronunciava alla Camera il suo discorso di replica. Per due volte si è interrotto alla ricerca di un bicchier d’acqua. Per due volte Andreotti glielo ha riempito o porto. E per due volte lui lo ha bevuto.
Come può una gravida leggere un giornale quotidiano senza abortire subito?
Guardare i loro film, sia quelli di Fellini che quelli di Bava, provoca in me uno stato di sogno. Sebbene siano molto diversi tra loro, mi danno entrambi una condizione onirica molto viva.
Ragazzi, siete liberi di scrivere quello che volete. Ma sappiate che l’editore di questo giornale si occupa di petrolio e di zucchero. Perciò, se vi capitasse di scrivere di questi due argomenti, vi prego di informarmi.
“Carneade! Chi era costui?”, ruminava tra sé don Abbondio seduto sul suo seggiolone.