Friedrich Wilhelm Nietzsche – Libri
Anche i propri pensieri non è possibile restituirli completamente in parole.
Anche i propri pensieri non è possibile restituirli completamente in parole.
Ecco la cosa che odiavo di più. Ballare. Ma quella sera invece ho ballato e mentre ballavo una sensazione nuova, di essere vivo, mi toglieva il fiato. Tra poche ore sarei uscito da quella cantina. E sarebbe stato di nuovo tutto uguale. Eppure sapevo che oltre quella porta c’era il mondo che mi aspettava e io potevo parlare con gli altri come fossi uno di loro. Decidere di fare le cose e farle. Potevo partire. Potevo andare in collegio. Potevo cambiare i mobili della mia stanza.
Quella voce l’avrei riconosciuta ovunque; la riconoscevo sempre con emozione, che fossi sveglia, addormentata… persino da morta. La voce per cui ero disposta a camminare nel fuoco, oppure, senza esagerare, a sguazzara una vita intera sotto un’interminabile pioggia fredda.
Quello che non mi uccide, mi fortifica.
Cio che un uomo è comincia a venir fuori quando il suo talento diminuisce – quando egli cessa di mostrare quel che sa fare. Il talento è anche un ornamento; un ornamento è anche un nascondiglio.
“Non ci sono due istanti uguali, il mondo fluisce di continuo, muta, cambia forma, ma tu sei troppo distratta per accorgertene. Il rumore del vento, come un canto, ora lento, ora violento. Un tuono in lontananza. I passi metallici degli insetti sulla terra. Le schegge di cristallo nero che rotolano lontano. Impara ad ascoltare!”
Quando sono con altra gente (mi è venuto in mente stasera, mentre facevo il bagno a mio figlio) – non importa se estranei o molto vicini – c’è un pensiero che non mi abbandona: sanno tutti fare con naturalezza ciò di cui io mi sento assolutamente incapace: mettere radici.