Dan Gillmor – Libri
I miei lettori, collettivamente, ne sanno più di me.
I miei lettori, collettivamente, ne sanno più di me.
Vicino a lui la città mi sembrava diversa, come se la vedessi con occhi nuovi.Scoprivo la meraviglia delle piccole piazze con le torri gentilizie, l’intrico di certi passaggi nascosti tra vicoli e cortili, la bellezza composta dei giardini del Duomo, in autunno, con il colore rossastro delle foglie e il profumo dilagante delle caldarroste.
Un buon libro è come una buona tazza di camomilla: rilassa.
Nell’istante in cui qualcuno assiste alle nostre azioni, volenti o nolenti ci adattiamo agli occhi che ci osservano, e nulla di ciò che facciamo ha più verità.
Perciò mi sembra che si debba coltivare l’arte del regalare anche alle cose belle che ci sono vicine e abituali, l’amore e la venerazione che riserviamo a quelle lontane e remote.
Lena, per favore, non essere triste. Non essere mai triste perché credi che io non ti ami.
Ma che centra, mica puoi sapere come va dopo… l’importante è amarsi e basta, no? Senza ipotecare il futuro.