Cesare Pavese – Matrimonio
I matrimoni felici paiono pochi, perché i romanzieri non si ritrovano in un matrimonio felice.
I matrimoni felici paiono pochi, perché i romanzieri non si ritrovano in un matrimonio felice.
Il matrimonio è un compromesso. In una strada a due corsie con entrambi i sensi di marcia.
Il giorno stesso in cui la moglie muore il marito rilascia interviste, da mistero buffo a mistero triste.
Matrimonio: un patto scellerato tra noi e il destino. Giuriamo il falso, consapevoli che nessuno sa cosa avverrà domani. Firmiamo un contratto, come se un pezzo di carta fosse la verità assoluta e incontrovertibile. Nulla di più falso, l’amore non ha bisogno di consensi altrui, l’amore basta a se stesso, è qualcosa che appartiene e riguarda solo gli innamorati, non si svende per un servizio di piatti, due pentole e una bustarella, non ha bisogno dell’approvazione di parenti e amici falsamente compiaciuti. “Bello l’abito della sposa!” “Si ma lui poteva mettere un abito diverso!” “Elegante lo sposo!” “Si ma la sposa! Poteva trovare di meglio!” L’amore vero, non cambia il nome, non annulla il cognome. L’amore cammina a fianco agli innamorati, non in testa.
Il matrimonio è come una barca e gli sposi sono come i remi, devono lavorare entrambi per la stessa direzione, o si procederà in alto mare!
Le ragazze non sposano mai gli uomini con cui civettano. Pensano che non stia bene.
Le donne piangono il giorno del matrimonio. Gli uomini dopo.