Federica Maneli – Morte
Morirò con la penna tra le mani e quintali di sogni scritti, ma mai vissuti.
Morirò con la penna tra le mani e quintali di sogni scritti, ma mai vissuti.
La morte non è nulla, ma vivere sconfitti e privi di gloria è come morire ogni giorno.
Per far mantenere un segreto a tre persone, due devono essere morte.
Bacca: Qui si dice che fu per amore.Orfeo: Non si ama chi è morto.
Vorrei per gioco strapparmi il cuore, e cogliere in quel lungo e intenso attimo l’essenza di quel dolore, che a volte si prova per un’amore perduto o ancora peggio per un amico deceduto. Per l’emozioni vissute che sembran sbiadite dal tempo tiranno che l’ha logorate, ma mai cancellate. Sfoglio nel diario dei ricordi, trovo gli amici che avevo, l’incontro oggi in un triste mutismo, ma mamma mia allora quanto ridevo, un lacrima inumidisce il mio viso, che con il mio cuore i ricordi aveva sfogliato, per trovare un amico ormai sopito in un sonno eterno e nel marmo scolpito.
Per rendere onore a chi non c’è più bisogna vivere al meglio la propria vita.
Si usava dire – da piccoli – “è il mio amico del cuore”, “è la mia amica del cuore”. Che cosa carina. Ma la cosa più bella è che, – sempre da piccoli – quelle parole erano sincere, spontanee e soprattutto vere. Nessuno poteva osare separarci dal nostro amico del cuore, e quando si litigava si faceva “mignolino mignoletto fai la pace con l’angioletto” e tutto tornava come prima. E poi si cresce. Si litiga e niente torna come prima. Ci si ferisce, ci si spezza, ci si abbandona. Per questo per alcuni aspetti preferisco rimanere bambina, perché a me, il “mignolino mignoletto” mi piace ancora da morire, perché per me, l’amico/a, è nel vero senso della parola “del cuore”.