Marcello Mastroianni – Morte
Mi applaudiranno perché sanno che sto morendo o perché sono bravo?
Mi applaudiranno perché sanno che sto morendo o perché sono bravo?
C’è sempre qualche ragione per l’uccisione d’un uomo. È invece impossibile giustificare che viva.
C’è un gioco sottile nel risveglio. Una fase in cui la morte ti corteggia, lusingandoti, per protrarre il sonno e convincerti a non svegliarti mai più. La morte ha la prima mano. Ti presenta caleidoscopicamente ciò che ti attende non appena avrai aperto gli occhi. Di che sudare freddo in un letto caldo. Poi, ti fa una controproposta: ti invita a tenere gli occhi chiusi, come se tu fossi il testimone di un imminente delitto mafioso. Quindi, gioca la carta del torpore: un asso pigliatutto che si porta via i tuoi progetti per il passato, ramazza l’angoscia di un presente onnipresente come Dio, ti assicura che nel futuro, per tua fortuna, non ci sarai.
Il nulla non esiste eppure è… è assenza di tutto.
Com’è brutto, guardar la persona che ami piangere, e non poter far nulla. Perché ci son situazione dove sei inerme. E la sola colpa è la disgrazia. Chiamalo destino, chiamalo percorso di vita, ma è terribile la morte.
Un giorno sarà tutto finito, finalmente…
La cosa più triste nella morte di un amico è sapere che quando sarà giunto il tuo di momento lui non ci sarà a piangerti.