Lev Nikolaevic Tolstoj – Morte
L’amore é Dio e morire implica che io, una particella d’amore, ritornerò alla fonte comune ed eterna.
L’amore é Dio e morire implica che io, una particella d’amore, ritornerò alla fonte comune ed eterna.
Quando morirò lascerò il mio corpo alla fantascienza.
Mentre qualcuno festeggia una nascita, un compleanno o una rinascita. Qualcun altro muore.
Dicono che un giorno moriremo tutti, ma chi dice che non lo siamo già dentro?
Un ricamo li nell’armadio, sulle lenzuola di seta custodite come uno scrigno prezioso e intoccabile. Le guardo, le sfioro poi mi allontano. La sera prima che ti saresti sposata avevo sognato di metterle sul tuo letto, e tu con gli occhi pieni di lacrime di emozione mi avresti detto: Mamma da domani abiterò qui, ma so che quando tornerò a casa da te mi aspetterai a braccia aperte. Quel ricamo aveva dentro i fili del tuo futuro ma questo futuro non l’hai vissuto. Ora quei fili mi graffiano il cuore, e non so a cosa aggrapparmi per non sprofondare nel mio dolore.
La vita è come un castello di carte, dove cerchi di costruirti qualcosa con pazienza e dedizione e poi basta un niente per spazzare via tutto.
Non voglio raggiungere l’immortalità con il mio lavoro. Voglio arrivarci non morendo.