Wystan Hugh Auden – Musica
Se si considera la musica in generale come un’imitazione della storia, l’opera in particolare è un’imitazione della caparbietà umana.
Se si considera la musica in generale come un’imitazione della storia, l’opera in particolare è un’imitazione della caparbietà umana.
Avere la musica a palla nelle orecchie mi rende decisamente libera.
Ricordo quando ascoltai Los Angeles, il disco degli X che è stato l’album della mia iniziazione al rock: ero in Australia, il mio paese natale, nel mezzo di niente. Cominciai a volteggiare come un folle, un’energia liberatoria si era impadronita di me, mi era entrata nelle ossa e io la stavo rigurgitando. Mi faceva sentire libero, bello, eccitato. In quel preciso momento capii quale doveva essere il mio mestiere: far sentire la gente in quel modo. E fare felice me stesso. Estendere quell’intangibile, meraviglioso feeling a una vita intera.
La musica entra nelle orecchie, attraversa l’anima, colpisce il cuore.
Rimettere la stessa canzone per 40, 50 volte di fila, come se riascoltandola 1000 volte potesse riportarmi quello che è stato. Ascoltare fino a che non diventa un’ossessione e non stancarsi ancora, imparare a memoria ogni parola, farsi portare su, dove solo la musica e l’amore sanno condurre.
Cantare adesso rimane la cosa che mi rende più felice.
Il tempo che scivola via a ritmo di musica non svanisce, non si perde né esaurisce, ma si conserva nella nostra mente creando isole di vita colorate di ricordi, angoli di pace incantati nel tempo.