Carlo Cabras – Religione
L’uomo comunica con Dio come un cieco comunica con un sordo.
L’uomo comunica con Dio come un cieco comunica con un sordo.
Non vogliamo proprio capirlo. Sei venuto per farci comprendere cosa significhi servire, sei venuto per essere l’ultimo, ci hai dimostrato quale sia il tuo potere, ci hai indicato quale sia la strada che porta al bene. Invece noi stiamo facendo di tutto nel perseguire il male, non ti diamo ascolto, pensiamo di essere superiori a te, la nostra vita costellata di malvagità. Pensiamo di essere onnipotenti, crediamo che tutto ci sia concesso e tutto sia dovuto; pensiamo forse di vivere eternamente sulla terra. Questo è l’errore più grande; siamo solo di passaggio, il tragitto è breve, sta per terminare, il capolinea è vicino. Prima dell’ultima fermata, meglio riflettere: la discesa potrebbe essere tragica.
Oh grande spirito, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la saggezza di capirne la differenza.
Gesù ha detto: “Il Regno di Dio è già in mezzo a voi”. E chi fa parte di questo Regno? Noi, tutti noi credenti, amici di Gesù, amici perché così Lui ci ha chiamati. Mi permetto di dire, e spero di non sbagliare, che è giunto il momento, in Italia, che le pietre vive della Chiesa scendano per le strade a dimostrare con la propria vita che l’esercito di Dio è armato di cuori infiammati della fede in Gesù Cristo, di mani aperte che donano, di piedi che camminano verso chi ha bisogno. L’esercito di Dio è armato d’Amore, di Pazienza, di Coraggio, di Buona Volontà nel costruire ovunque e dovunque altri hanno distrutto e continuano a distruggere. Il poco fatto con amore diventa molto; basta un poco fatto da ciascuno di noi, secondo le nostre possibilità, investendo con le nostre capacità per vedere realizzarsi un miracolo.
Chi ha le gambe sane non ha bisogno di stampelle, chi vuole capire capisca!
Possa Dio negarti la pace ma darti la gloria!
Dio muove il mondo per amore. Tu apri la mano e dai quanto occorre, il necessario.