Andrea De Candia – Frasi Sagge
Per arrivare all’originale il banale non andrebbe evitato, ma abbracciato e reso proprio, fino a ridargli nuova vita: l’originale nasce sempre da quel passo rischioso che si ha paura di fare.
Per arrivare all’originale il banale non andrebbe evitato, ma abbracciato e reso proprio, fino a ridargli nuova vita: l’originale nasce sempre da quel passo rischioso che si ha paura di fare.
Se un giorno dovessi essere ritenuto saggio, temo che possa mettersi in moto un meccanismo regressivo.
La mia mente è un tempio, anima e cuore le mie colonne.
Cerca sempre di affrontare la vita gustando il lato positivo. Perché se ti fermi a piangere per quelli negativi posso assicurarti che avanti non puoi andare. Nessuno è immune dalle delusioni, dai dolori. Nessuno può evitare l’incontro con persone sbagliate e finti sentimenti, ma se dai alla vita questo senso non vivrai. Aggrappati ai rapporti veri, quelli che il tempo e i fatti ti hanno confermato. Conta su te stesso e sulle tue capacità, sui tuoi valori e non fermarti.
La presunzione compensa l’assenza dell’intelligenza.
Spesso chi scrive segue l’onda del suo stato d’animo, del suo umore, della chiacchierata appena conclusa, dell’ultimo ricordopubblicata da motiviinviola il giorno Sabato 29 dicembre 2012 alle ore 4.05 ·che l’ha fatto sorridere o che l’ha rattristato. Spesso segue la trascinante onda di una risata o la delusione di un sentimento. Ma come unico scopo ha quello di indagare la realtà. La propria realtà e quella, percepita, di chi gli sta a cuore. A volte indaga con una tale crudezza da dare l’impressione di non essere capace di amare neppure sé stesso. A volte quella che sembra crudezza o – in alcuni casi – egoismo, non è altro che un’immensa voglia di vedere un sorriso, o un sogno realizzarsi. Si possono passare anni ad analizzare, scoprendo volta per volta tante sfumature diverse. Dando altro valore a ciò che pensavamo accantonato. Incassando incomprensioni e fraintendimenti dovuti solo alla fretta di chiudere la bocca di qualcun altro. Ogni critica che rivolgiamo a qualcuno, può essere lontana dall’intenzione di offendere; può essere anche un grido di aiuto verso noi stessi per interiorizzare sofferenze e passi falsi. Ho criticato fino allo sfinimento certe mie scelte, diventandone inevitabilmente vittima. Ora semplicemente osservo, come attraverso un vetro filato, la mia immagine distorta e tutto il riflesso che si porta dietro. Se qualcuno, per vedere meglio, prende il vetro e si taglia una mano, forse ha la mia stessa curiosità. Io riconosco il mio volto tramite i giochi di luce di questo vetro. Fatico a rimettere insieme i miei lineamenti perché non si vedano i punti di sutura. Appaio sfinita, cinica, inerme, rassegnata, dolorante, chiusa e probabilmente detestabile. Chi scrive affronta tutto questo ogni giorno, ma forse dimentica che non è il solo a vedere il proprio viso in frantumi. E che a ogni violenta riflessione, corrisponde uno stravolgimento della propria anima. Un sussulto, un ribaltamento, un urlo sguaiato e inquietante, una smorfia di dolore, una lacrima, un sorriso isterico, uno sprazzo di lucidità, un conato di vomito, uno spasmo, la stanchezza, la tensione estrema, il rilassamento, il sonno dei sensi. Un ribaltamento, uno sbalzo umorale continuo, che si risolve spesso nel tempo di un pensiero, ma che non ha motivo di essere considerato killer.
Tutto ciò che è può non essere, ma tutto ciò che non può essere non sempre è.