Analìa Scarpone – Frasi Sagge
Noi siamo creatori assoluti dei nostri eventi, problemi, conflitti e soluzioni, nessun altro essere al posto nostro sarà mai in possesso di questa capacità.
Noi siamo creatori assoluti dei nostri eventi, problemi, conflitti e soluzioni, nessun altro essere al posto nostro sarà mai in possesso di questa capacità.
Tutti noi riceviamo segnali dal nostro interno in continuazione, imparare ad ascoltarli non è di certo facile, dobbiamo imparare inizialmente ad acquietare il flusso dei pensieri, il “chiacchierio della mente”, elevare la nostra coscienza ad uno stato “da osservatore”, regolare e rallentare il battito del cuore, e lasciar fluire le energie… solo allora la verità di ogni situazione che viviamo arriverà alla nostra mente. Non è un processo esterno! È un processo che dal cuore raggiunge alla ragione, permettendoci di vivere in modo più sereno, affidabile e soprattutto consapevole! Non cercare le sicurezze, le risposte e la serenità fuori, cercala sempre dentro te stesso è lì che c’è tutto; viviamo consapevoli di meno della metà delle nostre potenzialità, la tecnica di “riversare lo sguardo” verso l’interno ci permette di collegare cuore e mente, evitando i condizionamenti e le influenze delle energie esterne.
Tieni stretta a te la dolcezza incantata di una fanciulla. Tieni stretto a te il sorriso puro dell’anima. Portala sempre con te l’allegria. Lungo la strada della vita, incontrerai chi è stato privato di queste semplici armonie e puoi farne dono. L’eternità è nelle cose buone che tu puoi lasciare agli altri.
Sono tutti ciechi quelli che vedono ridere una persona, senza guardare se negli occhi di chi ride, brilla lo stesso sorriso.
Due occhi un po’ spenti, ma mai stanchi, mi spogliano e mettono a nudo le mie debolezze e le mie sofferenze: quelli di mia madre.
Occorre porsi dei quesiti, interrogarsi nel momento in cui si avverte un malessere che non bisogna respingere, ma accettare e vivere. Bisogna smettere di correre e iniziare a godere della brezza fresca del mattino, a gustare il cibo, a salutare gli altri con un sorriso, a sentire quelle emozioni che si erano perdute.
Quando gli occhi dicono una cosa e la bocca un’altra, l’uomo avveduto si fida del linguaggio dei primi.