Stefano Alesi – Frasi Sagge
Considerando le quantità di malattie curabili e quelle che non si curano in futuro durerà più una candela accesa che la vita dell’uomo.
Considerando le quantità di malattie curabili e quelle che non si curano in futuro durerà più una candela accesa che la vita dell’uomo.
Sarei tentato di dire che non esistono cattivi maestri, ma solo cattivi discepoli.
L’amicizia è il seme della speranza, ed il frutto della pace.
Tenersele le cose non le cambia dirle cambia il modo di viverle.
Dovremmo sganciare la spina ogni tanto. Staccare da ciò che ci rattrista, da ciò che ci deprime, staccare da questa brutta realtà che ci circonda. Bisognerebbe ogni tanto “Chiudere gli occhi” e lasciarci andare. Abbandonarci ai nostri sogni, vibrare e fluttuare dentro noi. Dovremmo capire e capirci di più. Dovremmo rilassare i sensi e sorridere di più. Perché, per migliorare fuori bisogna prima guardarsi e capirsi dentro; mettere ordine laddove il caos regna. Perché alla fine quello che conta è rinchiuso in noi.
Per molto tempo crediamo di conoscere la natura dei nostri desideri, delle nostre inclinazioni e dei nostri stati d’animo. Ma poi arriva un attimo in cui un’esplosione assordante ci avverte che viviamo in luoghi diversi da quelli in cui vorremmo vivere, che non ci occupiamo delle cose per cui abbiamo attitudine, che cerchiamo i favori o suscitiamo la collera di persone con cui non abbiamo nulla in comune, mentre ci manteniamo distanti, sordi e indifferenti nei confronti delle persone di cui proviamo nostalgia e a cui siamo legati da un vincolo profondo. Chi non presta ascolto a un tale avvertimento rischia di vivere una vita goffa e dimezzata, senza mai essere veramente se stesso. Non è un sogno, e neanche un “sogno a occhi aperti”: è uno strano, rapinoso stato d’animo quello che ci rivela quali siano i nostri compiti, i nostri obblighi e il nostro destino, e che cosa, nella nostra vita, appartenga esclusivamente a noi; questi istanti ci mostrano ciò che vi è di personale nella nostra esistenza, quello che entro i limiti angusti della condizione umana costituisce l’essenza specifica dell’individualità. In tali momenti non mi sono mai attardato a riflettere, ho sempre obbedito al segnale senza la minima esitazione, con la placidità di un sonnambulo.
E pensai: la moralità viene calpestata, con la stessa facilità, con cui una formica, viene schiacciata.