Violetta Serreli – Frasi Sagge
Saltare da una riva all’altra richiede una giusta rincorsa, altrimenti non si rimane che impantanati.
Saltare da una riva all’altra richiede una giusta rincorsa, altrimenti non si rimane che impantanati.
Bava della vita, sudore freddo della morte.
Ciò che è stato interrotto può essere unito solo se non era stato mai diviso.
Il vento insegna che si può andare dove si vuole se c’è l’impeto della passione.
Le mie parole sono sassi precisi aguzzi pronti da scagliare su facce vulnerabili e indifese, sono nuvole sospese gonfie di sottintesi che accendono negli occhi infinite attese, sono gocce preziose indimenticate a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare.
E poi ci sono quelle persone giovani, che affermare che hanno il cuore grosso come una casa sarebbe riduttivo nei loro confronti, che appunto nonostante tutto questo, la vita ingiusta, come lo è sempre per i migliori, si è permessa di portare via a loro, qualcuno di caro, oppure li ha danneggiati fisicamente, magari per un incidente, che non gli consentirà di vivere appieno la loro vita.Eppure quandole vedi in giro, hanno sempre quel sorriso, mai finto, quel sorriso che è disarmante da tanto che è vero, quel sorriso che sembra voglia dire “Io ho voglia di vivere”.E allora in quei giorni che magari sei triste, magari le vedi passare e incredibilmente quel coltello che avevi conficcato nello stomaco è come se svanisse, e non perché ti dispiace per loro, non perché provi compassione, ma perché sai che loro, stanno imparando a vivere continuando a sorridere.È come se loro fossero una medicina per il mondo,è come se volessero dirci, i a tutto c’è rimedio,a tutto c’è speranza.E non importa se le conosci o meno, basta uno sguardo per vedere quanta vita hanno ancora dentro…Per me sono loro le migliori persone al Mondo!
Io non sono né saggio né ignorante. Ho provato gioie. È troppo poco dire: sono vivo, e questa vita mi dà il piacere più grande. La morte, allora? Quando morirò (forse tra breve), conoscerò un piacere immenso. Non parlo del pregustare la morte che è insulso e spesso sgradevole. Il soffrire abbrutisce. La grande verità di cui sono sicuro è invece questa: provo nel vivere un piacere senza limiti e avrò nel morire una soddisfazione senza limiti.Ho vagato, sono passato da un posto all’altro. Stabile, ho abitato in una sola camera. Sono stato povero, poi più ricco, poi molto più povero. Da bambino, avevo grandi passioni, e tutto quel che desideravo, lo ottenevo. La mia infanzia è sparita, la mia giovinezza è sulle strade. Non importa: ciò che è stato, mi rende felice; ciò che è, mi piace; ciò che avviene, mi conviene.La mia esistenza è migliore di quella degli altri? Può darsi. Ho un tetto, molti non ce l’hanno. Non ho la lebbra, non sono cieco, vedo il mondo, fortuna immensa. Lo vedo, questo giorno fuori del quale non è niente. Chi potrebbe sottrarmelo? E sparendo questo giorno, io sparirò con lui, pensiero, certezza che mi trasporta.Ho amato degli esseri, li ho perduti. Sono diventato pazzo quando questo colpo si è abbattuto su di me, perché è un inferno. Ma la mia follia è rimasta senza testimoni, il mio smarrimento non era manifesto, la mia sola intimità era folle. Talvolta, diventavo furioso. Mi si diceva: Perché siete così calmo? In realtà, bruciavo dalla testa ai piedi; di notte, correvo per le strade, urlavo; di giorno, lavoravo tranquillamente.Poco dopo, si scatenò la follia del mondo. Fui messo al muro come molti altri. Perché? Per niente. I fucili non spararono. Mi dissi: Dio, che fai? Smisi allora d’essere insensato. Il mondo esitò, poi riprese il suo equilibrio.Con la ragione, mi ritornò il ricordo e vidi che, anche nei giorni peggiori, quando mi credevo perfettamente, completamente infelice, ero tuttavia, e quasi sempre, estremamente felice. Ciò mi fece riflettere. Questa scoperta non era piacevole. Mi sembrava di perdere molto. M’interrogai: non ero forse triste, non avevo sentito la mia vita spezzarsi? Sì, era successo; ma, in ogni momento, quando mi alzavo e correvo per le strade, quando restavo immobile in un angolo della stanza, la freschezza della notte, la stabilità del suolo mi facevano respirare e riposare sull’esultanza.Gli uomini, specie bizzarra, vorrebbero sfuggire alla morte. E alcuni gridano, morire, morire, perché vorrebbero sfuggire alla vita. “Ma quale vita, mi uccido, mi arrendo.” Ciò è pietoso, strano, è un errore.Ho incontrato tuttavia degli esseri che non hanno mai detto alla vita, taci, e alla morte, vattene. Quasi sempre delle donne, creature belle. Quanto agli uomini, il terrore li assedia, la notte li ferisce, vedono i loro progetti annientati, il loro lavoro ridotto in polvere, restano sbigottiti, loro, così grandi, che volevano costruire un mondo, ma tutto sprofonda.