Raffaele Caponetto – Società
Le nuove leve politiche italiane non promettono nulla di buono; si va avanti, come nel passato, caricando sulle spalle dei lavoratori il peso della Nazione.
Le nuove leve politiche italiane non promettono nulla di buono; si va avanti, come nel passato, caricando sulle spalle dei lavoratori il peso della Nazione.
Stiamo attenti a non vedere i fatti soltanto attraverso i racconti di chi ci vende le sue teorie come se fossero la verità assoluta.
Se sei disposto a scendere a patti col diavolo, non sai mai come andrà a finire; per te sicuramente non bene.
L’economia sarebbe una scienza esatta se non intervenisse il cosiddetto fattore umano a rovinare tutto.
Per lo Stato sei l’uomo invisibile, però non per l’Ufficio delle Entrate.
Un disastro annunciato e non ascoltato rappresenta uno tra i crimini più efferati e meschini che un’istituzione possa compiere nei confronti del suo popolo. La vergogna e l’assenza di moralità e scrupolo a scapito del profitto personale e del potere completano il profilo del perfetto omicida.
Parole e pensieri. Ossia l’ipocrisia regna sovrana. Visita al capufficio ricoverato in ospedale: “caro dottore, la vedo ristabilita, l’attendiamo il più presto possibile in ufficio.” Mi sembra più morto che vivo, meno male così si può finalmente respirare in ufficio. Auguri di compleanno alla zia, ricca e taccagna: “auguri, cara zietta, cento di questi giorni.” Si, proprio cento giorni ma non uno di più, così finalmente ci pappiamo il patrimonio che hai accumulato. Al condomino del terzo piano: “condoglianze signor Antonio, mi dispiace veramente molto per sua moglie così brava, giovane e gentile.” Finalmente, era ora, così la vecchia megera potrà fare i suoi dispetti da un’altra parte. La lista sarebbe chilometrica, anzi senza fine. Ognuno ci aggiunga parole e pensieri propri.
Stiamo attenti a non vedere i fatti soltanto attraverso i racconti di chi ci vende le sue teorie come se fossero la verità assoluta.
Se sei disposto a scendere a patti col diavolo, non sai mai come andrà a finire; per te sicuramente non bene.
L’economia sarebbe una scienza esatta se non intervenisse il cosiddetto fattore umano a rovinare tutto.
Per lo Stato sei l’uomo invisibile, però non per l’Ufficio delle Entrate.
Un disastro annunciato e non ascoltato rappresenta uno tra i crimini più efferati e meschini che un’istituzione possa compiere nei confronti del suo popolo. La vergogna e l’assenza di moralità e scrupolo a scapito del profitto personale e del potere completano il profilo del perfetto omicida.
Parole e pensieri. Ossia l’ipocrisia regna sovrana. Visita al capufficio ricoverato in ospedale: “caro dottore, la vedo ristabilita, l’attendiamo il più presto possibile in ufficio.” Mi sembra più morto che vivo, meno male così si può finalmente respirare in ufficio. Auguri di compleanno alla zia, ricca e taccagna: “auguri, cara zietta, cento di questi giorni.” Si, proprio cento giorni ma non uno di più, così finalmente ci pappiamo il patrimonio che hai accumulato. Al condomino del terzo piano: “condoglianze signor Antonio, mi dispiace veramente molto per sua moglie così brava, giovane e gentile.” Finalmente, era ora, così la vecchia megera potrà fare i suoi dispetti da un’altra parte. La lista sarebbe chilometrica, anzi senza fine. Ognuno ci aggiunga parole e pensieri propri.
Stiamo attenti a non vedere i fatti soltanto attraverso i racconti di chi ci vende le sue teorie come se fossero la verità assoluta.
Se sei disposto a scendere a patti col diavolo, non sai mai come andrà a finire; per te sicuramente non bene.
L’economia sarebbe una scienza esatta se non intervenisse il cosiddetto fattore umano a rovinare tutto.
Per lo Stato sei l’uomo invisibile, però non per l’Ufficio delle Entrate.
Un disastro annunciato e non ascoltato rappresenta uno tra i crimini più efferati e meschini che un’istituzione possa compiere nei confronti del suo popolo. La vergogna e l’assenza di moralità e scrupolo a scapito del profitto personale e del potere completano il profilo del perfetto omicida.
Parole e pensieri. Ossia l’ipocrisia regna sovrana. Visita al capufficio ricoverato in ospedale: “caro dottore, la vedo ristabilita, l’attendiamo il più presto possibile in ufficio.” Mi sembra più morto che vivo, meno male così si può finalmente respirare in ufficio. Auguri di compleanno alla zia, ricca e taccagna: “auguri, cara zietta, cento di questi giorni.” Si, proprio cento giorni ma non uno di più, così finalmente ci pappiamo il patrimonio che hai accumulato. Al condomino del terzo piano: “condoglianze signor Antonio, mi dispiace veramente molto per sua moglie così brava, giovane e gentile.” Finalmente, era ora, così la vecchia megera potrà fare i suoi dispetti da un’altra parte. La lista sarebbe chilometrica, anzi senza fine. Ognuno ci aggiunga parole e pensieri propri.