Herbert George Wells – Società
Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza.
Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza.
Finché continueranno ad esistere sciacalli che hanno tutto da guadagnare dagli idioti, nel mondo ci saranno sempre soprusi, ingiustizie e violenze.
Anni quaranta: se questo è l’uomo. Anni duemila: questo è l’uomo.
È il contatto che ci manca in una società dove si predilige il rapporto virtuale. Entri in un luogo pubblico e, mentre sei lì che aspetti, son tutti ipnotizzati davanti allo schermo del proprio Iphone. Niente dialogo, scambio di battute, tutto un botta e risposta su Whatsapp, o interminabile interagire coi giochi sui social. Pare non abbiamo più nulla da raccontarci, da inventarci. Solo un copia incolla di link da mandarci, di frasi fatte, di messaggi brevi, magari inaccessibili come codici fiscali, musica da postare, ma il linguaggio è fermo. Trovandoci uno di fronte all’altro o in comitiva ognuno guarda il proprio cellulare, pare sia lui il protagonista di ogni conversazione, sia lui a parlare per noi, più di noi. È il contatto, quello di sguardi, di sorrisi, di discorsi, è il contatto che ci manca.
L’uomo delle caverne viveva per sopravvivere, l’uomo della società di oggi sopravvive per vivere.
Non c’è meritocrazia in Italia, non c’è la possibilità di riscattarsi.
In questo mondo di furbi l’onestà è un lusso che non posso permettermi.