Luis Sepúlveda – Società
La più grande espressione culturale di un popolo è il suo ordinamento: noi fummo un popolo molto colto perchè il nostro ordinamento, poliedrico, pluralista, a volte dolcemente anarchico, ci orientava verso la vita.
La più grande espressione culturale di un popolo è il suo ordinamento: noi fummo un popolo molto colto perchè il nostro ordinamento, poliedrico, pluralista, a volte dolcemente anarchico, ci orientava verso la vita.
Ne sentiamo troppi di “uomini di stato” che a parole stanno dalla parte dei cittadini ma nei fatti in quella di chi li paga.
Anni quaranta: se questo è l’uomo. Anni duemila: questo è l’uomo.
Molto spesso, col cambiare del governo, per i poveri cambia solo il nome del padrone.
Il contrario di un popolo civilizzato è un popolo creatore.
L’Occidente è davvero incorreggibile, non ha capito una cosa fondamentale, e cioè che il problema ebraico non è un problema degli ebrei, ma dell’umanità con se stessa.
Non sono pochi gli uomini che desiderano essere qualcuno, sentirsi importanti, amati, avvertire di possedere quella magnificenza che si è soliti osservare nelle immensità del creato, si, insomma, non sono pochi coloro che sognano d’essere un Dio. Certo, per un ateo, la cosa fa parecchio chic.