Wendell Phillips – Società
Sia in catene che incoronata di alloro, la libertà non conosce altro che la vittoria.
Sia in catene che incoronata di alloro, la libertà non conosce altro che la vittoria.
La rivoluzione divora i suoi figli.
La società, la società civilizzata almeno, non è mai pronta a credere a qualcosa che vada a detrimento di chi è ricco e affascinante. Avverte istintivamente che i costumi sono più importanti della morale e nel suo giudizio la più cristallina rispettabilità conta meno del possesso di un cuoco di grido. Dopo tutto è una magra consolazione sapere che chi ci ha fatto servire un pasto cattivo o dei vini scadenti è di una moralità impeccabile. Nemmeno le virtù cardinali riescono a far dimenticare uno stufato freddo.
Lo stato chieda scusa per don Patriciello umiliato, per quel prefetto, per quell’ispettrice di polizia che si crede più in alto dei nessuno. Lo stato chieda scusa per i mille casi tortora di mille signor rossi, lo stato chieda scusa delle sue tante vergogne. Le scuse non saranno accettate.
I pensieri dei giovani pensionati non sono utili, ma essenziali.
Sulla carta i diritti dell’uomo sono stati creati da anni, ora bisogna crearli sulla pelle.
La barbarie dell’integralismo: distrugge l’arte perché l’arte testimonia la cultura.