Laerzio Diogene – Società
Qual è il momento migliore per la cena? Se uno è ricco, quando vuole; se uno è povero, quando può.
Qual è il momento migliore per la cena? Se uno è ricco, quando vuole; se uno è povero, quando può.
La paura di invecchiare viene nel momento in cui di riconosce di non vivere la vita che si desidera. Equivale alla sensazione di abusare del presente.
I sovietici mi hanno insegnato a scrivere “Dio” con la minuscola. Gli americani, a scrivere “io” con la maiuscola.
Arbeit macht frei. Se almeno non ci fosse tanto freddo. O tanta fame. Se le ali di tutto ciò che vola avessero conservato i colori, la leggerezza. Le gole il canto, i viottoli i piccoli rumori del giorno. L’odore del caffè, della zuppa di cavolo, del miele pronto per i dolci. Se ci fossero ancora le ragazze di maggio, gonne svolazzanti, gambe snelle al volteggiare di danza. E i ragazzi timidi e sfrontati, giovani cervi a misurare il palco delle muschiose corna, tra risate e urti di spalle. E i bambini, i loro trilli e cinguettii, il loro pianto di capriccio, l’urlo del mal di pancia e le madri, carezze e balbettii di zucchero, calore di seni turgidi e profumo di sapone Quanto silenzio invece rotto da respiri in rantolo, da voci secche, strusciar di piedi e tosse. E l’odore che regna sovrano è nel grigio fumo dei camini.
I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi.
Eravamo la culla del diritto, adesso ne siamo diventati la bara, in compenso però siamo orgogliosamente la culla del rovescio.
La droga non è che un coltello conficcato nella dignità.