Oscar Wilde – Società
La giovinezza in America è la più vecchia tradizione. E in voga da più di trecento anni. A sentirli parlare, sembra che siano nella loro prima infanzia. Con l’avanzare della civilizzazione sono giunti alla seconda.
La giovinezza in America è la più vecchia tradizione. E in voga da più di trecento anni. A sentirli parlare, sembra che siano nella loro prima infanzia. Con l’avanzare della civilizzazione sono giunti alla seconda.
Una cultura libera non è priva di proprietà; non è una cultura in cui gli artisti non vengono ricompensati. Una cultura senza proprietà, in cui i creatori non ricevono un compenso, è anarchia, non libertà. E io non intendo promuovere l’anarchia. Al contrario, la cultura libera che difendo è in equilibrio tra anarchia e controllo. La cultura libera, al pari del libero mercato, è colma di proprietà. Trabocca di norme sulla proprietà e di contratti che vengono applicati dallo stato. Ma proprio come il libero mercato si corrompe se la proprietà diventa feudale, anche una cultura libera può essere danneggiata dall’estremismo nei diritti di proprietà che la definiscono.
Se qualcuno non riesce a capire quanto sia semplice la matematica, è soltanto perché non si rende ben conto di quanto sia complicata la vita.
Siamo la generazione dei futuri disoccupati, quelli che erano destinati ad esserlo fin dalla nascita. Siamo i figli di una generazione che ha caricato sulle nostre spalle un enorme debito. Siamo coloro che vedono ogni giorno svanire sogni e speranze insieme ai fondi destinati all’istruzione. Siamo noi che non possiamo pensare di avere una famiglia perché sappiamo che non avremo mai la stabilità necessaria per averne una. Tanti continueranno a dire che siamo i “giovani d’oggi”, ragazzi che non hanno né ambizioni né valori. Continueranno a dirlo, senza chiedersi mai, perché abbiamo smesso di credere in un paese che non crede più in noi.
La serietà è il rifugio del superficiale.
Certe sentenze emesse nel nome del popolo italiano andrebbero cancellate nel nome di Dio e del buonsenso, ed anche nel nome del popolo italiano.
La concorrenza è un bene perché distrugge le imprese deboli, ma anche le nazioni sono imprese e l’Italia non mi sembra poi molto forte.