Federico Cangelosi – Sogno
La “troppa ragione” ha lasciato l’uomo senza sogni.
La “troppa ragione” ha lasciato l’uomo senza sogni.
La stella che illumina il mio sonno è il desiderio di realizzare i miei sogni domani.
Ho sognato che eravamo io e te e c’erano anche i nostri occhi, sì, gli occhi; poi, ricordo che sono apparse le mani come carezze dirette dagli occhi. Questi occhi sembrava fossero direttori d’orchestra e nell’armonia sentivo un suono, un ritmo, si, un crescendo di percezioni… sospiri. Ricordo, ancora, che i sospiri conducevano la dolcezza delle carezze come petali sfiorati dal vento e, poi, ricordo un divenire di colori in un susseguirsi di intensità: luce nella luce. Le parole delle labbra scandivano sintonie celebrali come fossero fiocchi di neve in un inverno di sole.
Ad occhi aperti nell’irreale visione: il mondo, un sogno che limita la libertà, illudendoti che sia solo questo:, tutto. Mi risveglio abbracciando nell’anima universale l’amore.
Si sono stancati anche i sogni, di far fiorire giardini magici e profumati sull’isola che non c’è.
Il mio sogno spesso è destinato a infrangersi nella realtà. Il mio sogno più semplice è quello che causa più dolore, sono ad un passo per afferrarlo, ecco che diventa irraggiungibile. Basterebbe toccarlo con la mano per non spezzare il cuore.
Questo è il volere umano, guardare ad occhi chiusi e fantasticare ad occhi aperti.