Michele Sannino – Solidarietà
Toccarsi, sfiorarsi, un bisogno di chi si sente solo.
Toccarsi, sfiorarsi, un bisogno di chi si sente solo.
Un mattone, due mattoni, tre, quanto, cinque. Per tutte le volte che me li hai tirati addosso ho eretto un muro e non potrai mai più farmi male.
I confini dei ricordi spaziano in noi, vivono attraverso il pensiero per posarsi nel cuore che non sa dimenticare.
Vorrei poter dire parole che possano regalarti sogni felici. Vorrei poterti donare tanti abbracci per farti sentire al sicuro. Vorrei, vorrei, e ancora vorrei, ma non ho altro da offrirti più di quello che tu già possiedi: la mia vita.
Io il cuore ce lo metto sempre, in qualunque cosa faccio, ma a volte è più forte di me, lo uso anche quando me le fanno girare.
I veri disabili non sono quelli che appaiono diversi, quelli che dalla loro sventura ne hanno ricavato l’arte del vivere soffrendo e un cuore sensibile, sono tutti quelli che “guardano e trattano” le persone con curiosità, hanno la mente di una macchina e il cuore malato, incapace di sincronizzarsi con quello di chiunque altro.
Quanto amore hai piantato nel mio cuore, come un fiore l’hai coltivato e io ti terrò sempre stretta a me, amica mia.