Salvatore Coraggio – Sport
Giocare a calcio per me significa felicità.
Giocare a calcio per me significa felicità.
Chiedo perdono al calcio, ai tifosi, alla squadra… Dopo la partita (persa contro la Francia in finale contro l’Italia), sono entrato nello spogliatoio e disse: “Perdonatemi. Questo non cambia nulla. Ma chiedo scusa a tutti”. Ma a lui non posso. Mai, mai… Sarebbe come disonorarmi… Preferisco morire!
Sono diventato un maestro nel cazzare la randa,un esteta nell’issare il tangone.Poi ho lasciato perdere quando ho saputo che la poppa è dietro.
In un club c’è una Santa Trinità: i giocatori, il tecnico e i tifosi. I dirigenti non c’entrano. Loro firmano solo gli assegni.
Siamo “bianco neri”. Siamo bianchi come la luce e neri come il buio in cui vi abbiamo per l’ennesima volta lasciato. Un campo spesso contestato, un nome spesso storpiato: da Juventini a “rubentini”. Ma in realtà nessuno è santo. Siamo a 33 e in questo bellissimo caso, amici miei, comunque giri quel numero, sempre 33 sono! Chiamateci come volete, disprezzateci. Mentre voi parlate, divorati dalla rabbia, sperando in un affondo noi trionfiamo per la 33esima volta alla faccia vostra. Ne esistono di colori, ma qualsiasi altro colore che non sia “bianco nero” è bello da ammirare solo nell’arcobaleno, nelle emozioni e nelle sfumature di un tramonto. Ma su un campo di calcio, sempre e solo “bianco nero” sia.
Prima di entrare in campo sto con la testa china. Nessun pensiero, solo fischietto, taccuino e orologio.
Cari cronisti sportivi della pedata, devote lobby televisive dal quale noi utenti carpiamo informazioni e notizie monopolizzate e simpaticamente faziose, è per voi il perdono di Padre che trasmetto da queste righe. Voi, ingrati canzonieri pilotati e ciarlatani imboccati, avete sempre occhi riguardosi e ossequiosi, sembrate sul pulpito in realtà tristemente genuflessi, lodate esclusivamente il rossonero, il bianconero, il neroazzurro, il giallorosso, poco e distratto rimane il tempo della favella per altri. Noi, che siamo il Padre di tutti voi vi perdoniamo perché il nostro sangue è Rosso e perlato dal Blu della nobiltà.