Giovanni Trapattoni – Sport
Direi, forse, senza dubbio, forse che per vincere oggi ci è mancato un uomo, più che un uomo direi un uomo…
Direi, forse, senza dubbio, forse che per vincere oggi ci è mancato un uomo, più che un uomo direi un uomo…
Siamo “bianco neri”. Siamo bianchi come la luce e neri come il buio in cui vi abbiamo per l’ennesima volta lasciato. Un campo spesso contestato, un nome spesso storpiato: da Juventini a “rubentini”. Ma in realtà nessuno è santo. Siamo a 33 e in questo bellissimo caso, amici miei, comunque giri quel numero, sempre 33 sono! Chiamateci come volete, disprezzateci. Mentre voi parlate, divorati dalla rabbia, sperando in un affondo noi trionfiamo per la 33esima volta alla faccia vostra. Ne esistono di colori, ma qualsiasi altro colore che non sia “bianco nero” è bello da ammirare solo nell’arcobaleno, nelle emozioni e nelle sfumature di un tramonto. Ma su un campo di calcio, sempre e solo “bianco nero” sia.
Alcuni giornali tedeschi ci hanno criticato, ma soprattutto hanno offeso i nostri genitori, non noi. Coloro che hanno parlato di “spaghetti” o di “mafia” per descriverci, non so… Forse le donne di questi giornalisti hanno avuto avventure con gli italiani.
Posso accettare di fallire, chiunque fallisce in qualcosa. Ma io non posso accettare di non tentare.
Il calcio è così: mentre alcuni esplodono di allegria, altri implodono di tristezza.
Bravi si nasce, fuoriclasse si diventa.
Io non so cosa ha detto Materazzi a Zidane. Tutto quello che so è che lui è stato l’uomo partita, e non Pirlo. Materazzi ha segnato il gol principale, e ha mandato Zidane negli spogliatoi.