Anna Cosentino – Stati d’Animo
Io sono così, semplicemente me stessa.
Io sono così, semplicemente me stessa.
Siamo cosi soli da non voler lasciare andar via neanche il dolore che ci fa compagnia.
Ho imparato da incontri di cosiddetti amici quanto è diffusa l’ingratitudine per molti è un modo d’essere forse perché dire un grazie provoca loro un fastidio, pensano forse di passare per deboli… allora sono felice d’esser debole perché mai e poi mai rinuncerò a dire grazie.
Quando scrivo mi spoglio, mettendo a nudo la mia anima senza vergognarmi di apparire banale e poi, mi rivesto con gli stracci dei ricordi che il tempo mi ha portato via per poi specchiarmi, credendo di indossare ancora un meraviglioso abito da sera. Quando scrivo riesco a dare liberamente spazio e vita alle emozioni, facendomi spesso del male, perché ogni volta finisco col ferirmi e forse, col ferire.
Ho indossato la maschera della figlia perfetta, quella della dolce mogliettina. La maschera dell’amante soddisfatta e di mamma comprensiva. Ho cosparso la mia vita di continue maschere per non deludere e far soffrire. Il viso felice e dentro morire. Ed ora con te ho indossato il volto dell’amore e d’una ad una le maschere son cadute, per lasciar posto alla tua anima e lasciar uscire la mia senza nascondermi più.
Tutti noi siamo alla ricerca di quelle notti incantate e ricche di emozione in cui, se dormire è difficile, finire per riversare le proprie aspettative in sogni cinematografici, grandi ed ambiziosi quanto uno schermo panoramico, è d’obbligo.
“Non sono arrabbiata perché non sono riuscita a dare il massimo. Sono arrabbiata perché il massimo l’ho dato. E non è stato sufficiente. Sono delusa. Perché il mio” dare il meglio “sembra non bastare mai. Non dare soddisfazioni. E sono stanca. Stanca di non riuscire a raggiungere niente. Stanca di continuare a partecipare senza vincere mai.”
Siamo cosi soli da non voler lasciare andar via neanche il dolore che ci fa compagnia.
Ho imparato da incontri di cosiddetti amici quanto è diffusa l’ingratitudine per molti è un modo d’essere forse perché dire un grazie provoca loro un fastidio, pensano forse di passare per deboli… allora sono felice d’esser debole perché mai e poi mai rinuncerò a dire grazie.
Quando scrivo mi spoglio, mettendo a nudo la mia anima senza vergognarmi di apparire banale e poi, mi rivesto con gli stracci dei ricordi che il tempo mi ha portato via per poi specchiarmi, credendo di indossare ancora un meraviglioso abito da sera. Quando scrivo riesco a dare liberamente spazio e vita alle emozioni, facendomi spesso del male, perché ogni volta finisco col ferirmi e forse, col ferire.
Ho indossato la maschera della figlia perfetta, quella della dolce mogliettina. La maschera dell’amante soddisfatta e di mamma comprensiva. Ho cosparso la mia vita di continue maschere per non deludere e far soffrire. Il viso felice e dentro morire. Ed ora con te ho indossato il volto dell’amore e d’una ad una le maschere son cadute, per lasciar posto alla tua anima e lasciar uscire la mia senza nascondermi più.
Tutti noi siamo alla ricerca di quelle notti incantate e ricche di emozione in cui, se dormire è difficile, finire per riversare le proprie aspettative in sogni cinematografici, grandi ed ambiziosi quanto uno schermo panoramico, è d’obbligo.
“Non sono arrabbiata perché non sono riuscita a dare il massimo. Sono arrabbiata perché il massimo l’ho dato. E non è stato sufficiente. Sono delusa. Perché il mio” dare il meglio “sembra non bastare mai. Non dare soddisfazioni. E sono stanca. Stanca di non riuscire a raggiungere niente. Stanca di continuare a partecipare senza vincere mai.”
Siamo cosi soli da non voler lasciare andar via neanche il dolore che ci fa compagnia.
Ho imparato da incontri di cosiddetti amici quanto è diffusa l’ingratitudine per molti è un modo d’essere forse perché dire un grazie provoca loro un fastidio, pensano forse di passare per deboli… allora sono felice d’esser debole perché mai e poi mai rinuncerò a dire grazie.
Quando scrivo mi spoglio, mettendo a nudo la mia anima senza vergognarmi di apparire banale e poi, mi rivesto con gli stracci dei ricordi che il tempo mi ha portato via per poi specchiarmi, credendo di indossare ancora un meraviglioso abito da sera. Quando scrivo riesco a dare liberamente spazio e vita alle emozioni, facendomi spesso del male, perché ogni volta finisco col ferirmi e forse, col ferire.
Ho indossato la maschera della figlia perfetta, quella della dolce mogliettina. La maschera dell’amante soddisfatta e di mamma comprensiva. Ho cosparso la mia vita di continue maschere per non deludere e far soffrire. Il viso felice e dentro morire. Ed ora con te ho indossato il volto dell’amore e d’una ad una le maschere son cadute, per lasciar posto alla tua anima e lasciar uscire la mia senza nascondermi più.
Tutti noi siamo alla ricerca di quelle notti incantate e ricche di emozione in cui, se dormire è difficile, finire per riversare le proprie aspettative in sogni cinematografici, grandi ed ambiziosi quanto uno schermo panoramico, è d’obbligo.
“Non sono arrabbiata perché non sono riuscita a dare il massimo. Sono arrabbiata perché il massimo l’ho dato. E non è stato sufficiente. Sono delusa. Perché il mio” dare il meglio “sembra non bastare mai. Non dare soddisfazioni. E sono stanca. Stanca di non riuscire a raggiungere niente. Stanca di continuare a partecipare senza vincere mai.”