Andrea De Candia – Stati d’Animo
Ci sono intervalli che non mi danno alcun riposo.
Ci sono intervalli che non mi danno alcun riposo.
Ho sofferto, a volte soffro ancora. Ma non me ne vergogno. Spesso faccio ancora la vittima, poi mi ricordo che un giorno ho imparato che lo sono anche gli altri, di tanto in tanto, che è la vita.
Odio “il forse”, quello che ti lascia in bilico sospeso al nulla.
È come quella musica di cui non conosco nota, è come quel tempo che non lascia nessuna traccia nello spazio, eppure stampa uno spartito che non sono neppure in grado di leggere, e lo fa soltanto nella mia testa, è come quella carezza impalpabile ma divinamente reale. Emozione, vorrei che non finisse mai.
Non sono il tuo giocattolo, o ci sei o non ci sei. Non mi sono mai piaciute le presenza assenti, quindi se vuoi entrare nella mia vita la porta è aperta, ma se mi lasci in stand by ne esci per sempre.
All’impossibile prediligo di gran lunga l’imponderabile. Il primo lo culli ingenuamente, il secondo ti strattona violentemente. Puoi immaginare persino quel che non è e mai sarà, ma dinanzi al brivido dell’inatteso sei vulnerabile, stordito, privo dell’egida della ragione, libero dalla placenta della consuetudine, barcollante nell’ignoto. Insolitamente vivo.
Non credo più alle favole, ma credo che esista ancora chi le racconta bene, le interpreta e molto spesso alcuni di loro ci vivono pure dentro purtroppo.