Lailly Daolio – Stati d’Animo
Penso che per lasciare un indelebile segno e non un fastidioso graffio, dipende da come hai toccato quel cuore, da come hai accarezzato quell’anima e dal valore che hai dato a quella mente.
Penso che per lasciare un indelebile segno e non un fastidioso graffio, dipende da come hai toccato quel cuore, da come hai accarezzato quell’anima e dal valore che hai dato a quella mente.
Sono sensibile, troppo sensibile per essere circondata da persone che la sensibilità la conoscono per definizione e non per stile di vita: io, sensibilmente, respiro, mangio, scrivo, canto, osservo, guardo, mi fermo, vago, mi allontano, cammino, sparisco; il mondo, insensibilmente, mi passa accanto e neanche si accorge di quanto io possa vedere in loro e di quanto loro non vedano in me.
Non cerco assoluzione, non cerco facili fughe. L’unica colpa che ho commesso è amarti. Lasciare che la mente parlasse al cuore di te, lasciare le mani libere di toccare e raccontare di noi. Vuoi un colpevole? Ebbene sia. Guardami.
Tu non devi pensare a quel che provi per me, devi pensare se ti piace come ragiono, come vivo, come mi comporto, e soprattutto in cosa credo.
I colori dell’arcobaleno hanno tolto il grigiore dalla mia anima che ristagnava già da troppo tempo, quell’arco celestiale di rara e profonda bellezza esalta l’animo, regalando una luce incantata da far risplendere i miei occhi, il mio cuore batte più forte vedendo quest’opera d’arte che con il suo indaco color regale incute con tutto il suo sfavillio tanta speranza e felicità.
Nei sogni facciamo i viaggi più lunghi. E l’unico bagaglio che ci serve è la fantasia.
Non voglio inseguire con affanno la finta giovinezza presenziando locali alla moda, frequentando inutili comparse della mia vita, farmi fotografare esibendo sorrisi per il fotografo più annacquati dei mojito che sorseggio. A questa scelta contrappongo il calore di un rifugio domestico, un vecchio plaid sdrucito ad avvolgere i miei sogni, un film scadente del quale non vedrò il finale perché sceglierò di vestirmi di colei che amerò.
Sono sensibile, troppo sensibile per essere circondata da persone che la sensibilità la conoscono per definizione e non per stile di vita: io, sensibilmente, respiro, mangio, scrivo, canto, osservo, guardo, mi fermo, vago, mi allontano, cammino, sparisco; il mondo, insensibilmente, mi passa accanto e neanche si accorge di quanto io possa vedere in loro e di quanto loro non vedano in me.
Non cerco assoluzione, non cerco facili fughe. L’unica colpa che ho commesso è amarti. Lasciare che la mente parlasse al cuore di te, lasciare le mani libere di toccare e raccontare di noi. Vuoi un colpevole? Ebbene sia. Guardami.
Tu non devi pensare a quel che provi per me, devi pensare se ti piace come ragiono, come vivo, come mi comporto, e soprattutto in cosa credo.
I colori dell’arcobaleno hanno tolto il grigiore dalla mia anima che ristagnava già da troppo tempo, quell’arco celestiale di rara e profonda bellezza esalta l’animo, regalando una luce incantata da far risplendere i miei occhi, il mio cuore batte più forte vedendo quest’opera d’arte che con il suo indaco color regale incute con tutto il suo sfavillio tanta speranza e felicità.
Nei sogni facciamo i viaggi più lunghi. E l’unico bagaglio che ci serve è la fantasia.
Non voglio inseguire con affanno la finta giovinezza presenziando locali alla moda, frequentando inutili comparse della mia vita, farmi fotografare esibendo sorrisi per il fotografo più annacquati dei mojito che sorseggio. A questa scelta contrappongo il calore di un rifugio domestico, un vecchio plaid sdrucito ad avvolgere i miei sogni, un film scadente del quale non vedrò il finale perché sceglierò di vestirmi di colei che amerò.
Sono sensibile, troppo sensibile per essere circondata da persone che la sensibilità la conoscono per definizione e non per stile di vita: io, sensibilmente, respiro, mangio, scrivo, canto, osservo, guardo, mi fermo, vago, mi allontano, cammino, sparisco; il mondo, insensibilmente, mi passa accanto e neanche si accorge di quanto io possa vedere in loro e di quanto loro non vedano in me.
Non cerco assoluzione, non cerco facili fughe. L’unica colpa che ho commesso è amarti. Lasciare che la mente parlasse al cuore di te, lasciare le mani libere di toccare e raccontare di noi. Vuoi un colpevole? Ebbene sia. Guardami.
Tu non devi pensare a quel che provi per me, devi pensare se ti piace come ragiono, come vivo, come mi comporto, e soprattutto in cosa credo.
I colori dell’arcobaleno hanno tolto il grigiore dalla mia anima che ristagnava già da troppo tempo, quell’arco celestiale di rara e profonda bellezza esalta l’animo, regalando una luce incantata da far risplendere i miei occhi, il mio cuore batte più forte vedendo quest’opera d’arte che con il suo indaco color regale incute con tutto il suo sfavillio tanta speranza e felicità.
Nei sogni facciamo i viaggi più lunghi. E l’unico bagaglio che ci serve è la fantasia.
Non voglio inseguire con affanno la finta giovinezza presenziando locali alla moda, frequentando inutili comparse della mia vita, farmi fotografare esibendo sorrisi per il fotografo più annacquati dei mojito che sorseggio. A questa scelta contrappongo il calore di un rifugio domestico, un vecchio plaid sdrucito ad avvolgere i miei sogni, un film scadente del quale non vedrò il finale perché sceglierò di vestirmi di colei che amerò.