Antonio Sala – Stati d’Animo
Il peggio è venuto, quando qualcuno ha solo rubato il meglio della persona che ero.
Il peggio è venuto, quando qualcuno ha solo rubato il meglio della persona che ero.
Io le parole le conservo. Mastico l’impronunciabile, sempre umido di qualche lacrima che mi vesta di verità. Giro il capo a ieri e mi sembra sia passata una vita e mezza. Prendo una scorciatoia e sento ancora la tua voce. Giù, in caduta libera sulle risate. Lì, con gli occhi lucidi per le volte in cui tacevo. E più tacevo e più mi zittivi. Strane le mie mani, conca vuota, i palmi che s’allargano in segno d’arresa e di disfatta, come a voler dire “pazienza” al cielo. Se un’unghia mi diventasse lama e mi tagliasse il petto con uno squarcio verticale, mi uscirebbero le emozioni oblique e i pensieri liquidi, ancora caldi della tua presenza. Ma è assenza. Ed è tempo che scorre. Nulla che perdoni. Niente che resti. Il cuore si vanifica, arrestato da un groviglio di vene. Rimango così, silenziosa e fredda e ho venduto perfino la carne, ché non mi veste più nulla. Spoglia e brulla come una casa disabitata che ha dato le spalle al sole.
Ho solo bisogno di chiudere gli occhi e, volare, non chiedo altro solo poter volare!
Guida i miei passi verso l’infinito: è lì che nasce il tramonto!
Avrò anche un carattere pessimo ma una cosa è sicura, ho un cuore dannatamente leale.
La paura è il primo nemico naturale che l’uomo deve superare lungo la strada verso la conoscenza.
Ma Tu credi davvero che quella panchina sia vuota? Ti sbagli, li ho lasciato il mio cuore. Quella panchina non sarà mai vuota. Mai più.