Chiara Micellone – Stati d’Animo
Quel che resta di una brutta caduta è la forza con cui ti sei rialzato, quella forza ti accompagnerà per il resto della tua vita.
Quel che resta di una brutta caduta è la forza con cui ti sei rialzato, quella forza ti accompagnerà per il resto della tua vita.
“Come stai?” È l’unica domanda che mi mette sempre in crisi, non so mai se le persone lo vogliono sapere veramente o no. E poi se rispondo sinceramente, magari pensano che voglia attirare l’attenzione, quindi nel dubbio rispondo “bene”.
Io sono tutti gli eventi della storia.
Ho acuti silenzi. Crome che sillabano e ritmano. Pentagrammi senza nessuna chiave, ché tutto è chiuso a doppia mandata. Nessun sol. Pioggia copiosa.
E poi scopri che conversare a lungo non è stato sufficiente, perché certe emozioni non si possono spiegare, naufragano nel vuoto come le parole non dette!
Sono dentro ad una bara fatta di lenzuola e cuscini, il posto più comodo dove avvolgermi di rimpianti e frustrazioni. Come sarcofago sarebbe anche confortevole, peccato che sia ancora vivo.
Mi sono ritrovato in cima ad un vulcano islandese, ero un vagabondo depositario di allucinazioni fatte di carta, come un poeta germanico di Jena, seduto e gobbo sul suo scranno ruvido, in compagnia degli affanni del domani e le mani screpolate dalla pena e dall’inchiostro.