Michelangelo Da Pisa – Stati d’Animo
Vorrei essere un gatto, avere come unica forma di dipendenza la mia indipendenza.
Vorrei essere un gatto, avere come unica forma di dipendenza la mia indipendenza.
Sentiva il bisogno di abbandonare il proprio peso sul corpo di qualcun altro, come se il contenuto della testa fosse improvvisamente diventato insostenibile per le sue gambe da sole.
Ho bisogno di semplicità, non di banalità, di qualcosa che sia vero, non vano.
Soffrire senza lamentarsi è l’unica lezione da imparare in questa vita.
Mi annido nella tempesta. È così simile la mia voce allo schiantarsi della marea. Assale. Mi unisco alle fragilità del mondo, situandomi tra cocci e schegge, riversa tra le scaglie e le tessere dell’infinitamente piccolo. Il respiro si schiude come stoffe strappate oltre le cuciture che lasciano piovere, disobbedendo al sole e all’asciutto. Sfoggio la tristezza sulle onde che ripassano, dimentiche di acqua e del loro stesso movimento e ritornare verso l’alto è argento. Vivo. A malapena. Le risacche mi pèrdono. Il mio cuore ha messo in conto un perdòno silenzioso che non infastidirà nessuno. Con l’anima fuori misura, smisurata, addirittura. Mentre c’è chi cura la lontananza, io mi raccolgo e mi tengo vicina. Litri di bufera mi annegano. Mi ritiro nel mio ordine discreto.
L’onda di marea doma le orme, ma non il significato dei miei passi.
Voglio amare ogni istante perché ho voglia di vivere oggi come se fosse già ogni domani!